lunedì 15 settembre 2014

Zio Adolfo in arte… antimodernista!

Quando parliamo della figura e delle idee di Adolf Hitler, siamo spesso portati a pensare ad un uomo intransigente, pazzo, pluriomicida, nemico del cattolicesimo romano, dalla irrefrenabile voglia di bruciare persone nei forni o di sgasare sotto la doccia qualche minoranza ebraica. Tutto ciò è vero, o potrebbe esserlo…eh eh, e come negarlo!
Tuttavia, nessun uomo sulla terra, in quanto immagine e somiglianza di quel Dio Amorevole che tutti creò, può essere totalmente meschino, cattivo o produrre soltanto male, salvo che non sia l’AntiCristo stesso!
Lo zio Adolfo, infatti, aveva uno spiccato senso della tradizione e del bello per ciò che concerneva arte e architettura! Egli era un conservatore convinto, un antimodernista deciso, e un amante del “classico”.
L'architettura nazionalsocialista, è un esempio di architettura monumentale; questa è costantemente utilizzata nel corso della storia per la diffusione di ideologie politiche, legate soprattutto all'idea di grandezza e potenza della nazione. L'architettura totalitaria, che ha avuto origine nel periodo tra le due guerre mondiali in Italia, e poi in Unione Sovietica, e infine in Germania, aveva lo scopo di rafforzare la coscienza nazionale: un ritorno ai valori tradizionali. Pertanto il modernismo architettonico in questi paesi era condannato e soppresso.
Ciò permise la salvaguardia dell’ambiente da brutture inenarrabili per l’epoca, ma che purtroppo oggi ben conosciamo e che costantemente degradano e deturpano i nostri paesaggi.
Adolf Hitler era un ammiratore della Roma imperiale ed era consapevole che alcuni antichi Germani, nel corso del tempo, erano diventati parte della struttura sociale nell'Impero Romano. Egli  voleva emulare la loro architettura in uno stile originale e d'ispirazione neoclassica e art déco e promosse quindi la realizzazione di edifici come luoghi di culto per il partito nazista. Ordinò anche la costruzione di un tipo di Altare della Vittoria, modello preso in prestito dai Greci, i quali, secondo l'ideologia nazista, avevano fecondato il seme dei popoli ariani. Allo stesso tempo, a causa della sua ammirazione per le culture classiche del Mediterraneo antico, non poté isolare e politicizzare l'antichità tedesca, come Benito Amilcare Andrea Mussolini in Italia aveva fatto per quanto riguarda l'antichità romana. Quindi dovette importare simboli politici in Germania e giustificare la loro presenza sulla base di una credenza, secondo la quale  gli antichi greci erano tra gli antenati dei tedeschi.
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Determinare cosa sia artisticamente e architettonicamente nazionalsocialista però, è difficile, visto come il concetto di Architettura nazista non sia omogeneo. Vari membri della dirigenza avevano punti di vista diversi e gusti diversi. Roger Eatwell, studioso, vede il formato utilizzato ai raduni di Norimberga come un misto di rito cattolico e di sinistra forma espressionista d'illuminazione, mentre Sir Neville Henderson l'ha visto come una cattedrale di ghiaccio. Eppure, se un edificio è stato progettato e costruito utilizzando la visione nazista di quello che era tedesco, si è ritenuto descriverlo come Architettura nazista. In generale, ci sono due principali stili nazionalsocialisti di architettura. Architettura nazista nella sua più cruda visione era o una squadrata versione di architettura neoclassica, o una mimica divölkisch e nazionalismo romantico trasportato in edifici e strutture. Lo stile neoclassico, scelto apposta con una chiara visione simbolica, è stato utilizzato principalmente per edifici pubblici urbani o edifici di partito, come il campo Zeppelin a Norimberga. Questo stile è stato adottato sia per la costruzione fisica degli edifici, sia  per l'uso di proiettori che formavano una "cattedrale di luce", utilizzata durante i raduni del partito a Norimberga.
Anche solo una visione superficiale di ciò che fu pensato per Berlino, fa trovare analogie in tutto il mondo come ad esempio il centro commerciale a Londra ed i viali di Parigi. Cupole di grandi dimensioni si elevano sugli edifici dell'Impero Moghul dell'India, sul Campidoglio di Washington, sul Pantheon e sulla Basilica di San Pietro a Roma. La costruzione di una zona di governo formale fuori dal centro di una città vecchia o totalmente da sola era diventato comune dal 1930. Questo non vuol dire che i piani nazisti erano semplicemente un tentativo di copiare gli altri, ma che stavano solo seguendo uno schema già stabilito nella società umana. Ciò che però era rilevante mostrare e far capire propagandisticamente attraverso certe strutture architettoniche era il risvolto simbolico, che spesso richiamava l'idea di grandezza e potenza della Germania del tempo: emblema della nazione che riesce ad uscire dalla crisi economica e che ritorna grande. Il nazionalsocialismo è per questo inteso come anti-moderno e romantico o con una volontà pragmatica di utilizzare i moderni mezzi alla ricerca di fini anti-moderni. Da qui anche l'avversione nazista verso certi stili come il Bauhaus o molti stili moderni.
10685106_785113131530671_410653075_n  Il neo-classico utilizzato quindi, non era     nuovo per il tempo, ma era fermamente     ancorato nel tempo e lo si recuperava      per la simbologia legata alla grandezza  dell'antica Roma.
 In ultima analisi, l’Architettura nazista  non doveva essere piacevole, il suo scopo  era quello di assolvere il suo compito  simbolico. Hitler infatti vedeva gli edifici  del passato come rappresentazioni  dirette della cultura che li ha creati e  credeva di utilizzare l'architettura per  trasmettere il suo tempo e il suo spirito ai  posteri, attraverso strutture allegoriche  ed emblematiche, e che tutto ciò che  rimaneva per ricordare agli uomini le  grandi epoche della storia, era la loro  architettura monumentale. Come Hitler   disse in un discorso, "Lo scopo  dell'architettura nazista e la tecnologia  dovrebbe essere quello di creare le  rovine che saranno fra mille anni, e quindi superare la transitorietà del mercato".
Il Fuhrer vedeva l'architettura come "La Parola nella pietra" (un metodo di impartire un messaggio), come un libro (un mezzo per trasmettere il messaggio) e simboli per insegnare in modo indiretto. L'architettura, come ogni altra forma d'arte, esisteva per servire l'ordine nazista. Se questo significava seguire gli stili architettonici esistenti o fornirne di analoghi ad altri edifici, allora la cosa andava fatta, pur tenendo bene e mente il fine didattico-propagandistico che avrebbe giocato un ruolo nella creazione di un nuovo ed antico ordine.
  
Simone Petrus Basileus I.G. - http://radiospada.org