domenica 7 settembre 2014

Modernismo: riflessioni di F. Spadafora su J. Ratzinger

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In foto J. Ratzinger (Benedetto XVI) in posa con il modernista C. M. Martini
[…] San Pio X con il Motu proprio «Sacrorum antistitum», il giorno del Signore 1 settembre 1910, impone nel Giuramento[1]:
 «[…] con la stessa fede incrollabile credo che la Chiesa, Custode e Maestra del verbo rivelato, è stata istituita immediatamente e direttamente da Cristo stesso vero e storico mentre viveva fra noi, e che è stata edificata su Pietro, capo della gerarchia ecclesiastica, e sui suoi successori attraverso i secoli […] accolgo sinceramente la dottrina della fede trasmessa a noi dagli Apostoli tramite i padri ortodossi, sempre con lo stesso senso e uguale contenuto, e respingo del tutto la fantasiosa eresia dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, diverso da quello che prima la Chiesa professava; condanno similmente ogni errore che pretende sostituire il Deposito divino, affidato da Cristo alla Chiesa perché lo custodisse fedelmente, con una ipotesi filosofica o una creazione della coscienza che si è andata lentamente formando mediante sforzi umani e continua a perfezionarsi con un progresso indefinito».
Il riferimento è al «Giuramento antimodernista».
Ora, se l’intenzione benefica di san Pio X è quella di combattere - anche con l’ausilio del citato Giuramento -  il Modernismo oggettivamente nocivo, è altrettanto oggettivamente chiaro (per deduzione logica) che chi lo ha abolito ha intenzione inversa, ovvero di favorirlo o di inglobarlo (cosa impossibile nella Chiesa, la quale esclude l’errore e mai lo acclude, né mai lo avvantaggia).
Si potrebbe anche pensare, per esclusione e per essere oltremisura generosi, che chi lo ha abolito ha intenzione, così facendo, di patteggiare una sorta di «tregua». Resosi però conto dell’evidente danno arrecato alla fede e solo a seguito della sua misura irragionevole, avrebbe dovuto poi rimediare allo scandaloso errore con una certa solerzia, ma non lo ha mai fatto, anzi ha fatto l’esatto opposto e con lui tutti i sedenti successivi.
La teologia e la storia[2] avallano questa ragionevole ipotesi, sapendo, inoltre e certamente, che, al momento dell’abrogazione, non solo il grave problema del Modernismo non è risolto, ma si aggrava nella amaramente nota «Nouvelle Théologie»[3]
Uno dei più attivi esponenti della detta scuola fu il giovane J. Ratzinger (poi Benedetto XVI), che mai venne meno a tal sodalizio, (per esempio) come dimostra anche mons. Spadafora (noto esegeta e docente) nel volume, ricchissimo di citazioni e note, «La nuova esegesi. Il trionfo del Modernismo sull’esegesi Cattolica», dedicando due eloquenti capitoli al soggetto in questione (il XVI e XVII in parte).
Si legge:
- «La Pontifica Commissione Biblica, creata da Leone XIII […] organo del Magistero […] fu affossata dal card. Tisserant e Paolo VI ne celebrò l’elogio funebre col Motu proprio “Sedula Cura” […], è stata completamente ristrutturata e [subordinata] alla Congregazione per la Dottrina della Fede, il cui Prefetto [J. Ratzinger] è d’ufficio anche Presidente della Commissione stessa [astutamente resa non più organo di Magistero] (p. 221);
- Devo fermarmi sullo studio del card. Joseph Ratzinger [Prefetto e Presidente] che nel suo studio […] alterna luci ed ombre in un crepuscolo umanamente senza speranze, [ammette e riconosce la grave] crisi dell’esegesi cattolica [con] affermazioni che fanno a pugni con le [sue] precedenti. (p. 207);
- [Ammette] il grave stato di cose [nell’esegesi biblica] ma non è stato in grado di impedirlo, anzi lo ha sensibilmente aggravato;
- [Sottolinea la] legittimità del [biasimevole] metodo storico-critico nella “Dei Verbum”, opinione [sua] personale, come dei “nuovi esegeti” [che pretendono che spetti a loro l’interpretazione della Scrittura] (p. 210 e 212);
- [Usa] tanti giri di parole [quando] bastava richiamare il principio dogmatico […] del Concilio di Trento (successivamente vedremo le contestazioni di J. Ratzinger contro la liturgia del Tridentino, NdA) (p. 211);
- [Ammette] che la “nuova esegesi” non è cattolica (p. 212) [eppure la favorisce];
- Partiti democraticamente dal “popolo di Dio” […] stanno a guardare o ne fomentano la “decomposizione” (rif. agli “organismi istituzionali”, contro J. Ratzinger in quanto Prefetto silente o forse colluso, NdA) (Ivi.);
- Il nuovo corso imboccato dal Pontificio Istituto Biblico ha dato i suoi frutti velenosi […] fu chiaro fin dall’inizio;
- Basti ricordare i gesuiti Lyonnet e Zerwick […] il primo spiegava con Pelagio, Erasmo e Lutero [che Rom. 5,12 non intendeva il peccato originale bensì il peccato personale], del [secondo] ricordo la conferenza [in cui sosteneva] che la Madonna ai piedi della Croce […] nulla capiva del figlio suo [e che] la promessa del Primato è un’invenzione dell’Evangelista Matteo […];
- Lo scandalo di Romano Penna, professore di esegesi alla Lateranense [che] nega la storicità di tutti i passi evangelici che fondano il Primato del Romano Pontefice, [idem] il padre Betti, purtroppo Rettore all’Università del Laterano che, ad aumentare lo scandalo, ha ottenuto dal card. Ruini [che fosse] nominato consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede;
- [Esaltando con Civiltà Cattolica] i pedissequi degli “scomunicati” evangelici tedeschi [che trovano] in alto peggio che acquiescenza;
- Segretario (1971) per meriti modernistici, [Paolo VI pone] il belga A. Descamps […] cultore e fautore della “nuova esegesi” [distingue il Cristo della fede da quello della storia e aderisce alle eresie del Loisy];
- L’americano E. Brown [che “demitizza”] la concezione verginale [della Madonna] e la resurrezione corporea di Gesù;
- Nel 1984 Segretario [viene nominato] H. Cazelles. Sì proprio lui! Quel religioso che nel 1960 era uscito piangendo dal Sant’Uffizio [aveva sostenuto che l’ispirazione divina non era dello scrittore sacro ma della “comunità primitiva”];
- [Poi è nominato] A. Vanhoje [che], sulle orme di Lutero, gonfia il “sacerdozio comune” a detrimento del sacerdozio ministeriale, fino ad asserire che Gesù ha scelto di essere […] un laico;
- Tra gli studiosi nella “nuova” Commissione Biblica basterà segnalare [la scandalosa presenza di] mons. G. Ravasi, [protetto del card. Marini], [stese l’introduzione nella “Vita di Gesù” del razionalista apostata Renan, la resurrezione di Gesù sarebbe dovuta alla “fervida fantasia” di Maria di Magdala e Lazzaro, “i Vangeli sono leggende”, ecc…], B. Byrne [la resurrezione di Lazzaro “non trasmetterebbe un fatto realmente accaduto quanto una simbologia usata dalla Chiesa primitiva”] e G. Segalla [il Vangelo di san Giovanni non sarebbe autentico, ma sarebbe “mediato e ristrutturato teologicamente dalla comunità primitiva”, ecc..];
- Resta ancora da dire [sul Prefetto e Presidente] J. Ratzinger […]: egli alterna critiche […] con dichiarazioni di segno diametralmente opposto, le quali non lasciano adito a nessuna speranza […], asserisce la necessità di conciliare il “metodo [eretico] storico-critico” [nell’esegesi] con il dogma cattolico […] perniciosa chimera già inseguita dal card. Bea […], mentre è di palmare evidenza che tutta la nuova esegesi vive di questi “ereticali” presupposti quale ripudio della Tradizione;
J. Ratzinger [raduna] nella Commissione Biblica personaggi [cultori del “criticismo biblico”] di cui sopra ho tratteggiato il “cattolico sentire”. Ecc…» (pp. 213, 214 e 221-228). 
Note: 
[1]«Denzinger», EDB, 2009, n° 3540 ss. 
[2]Lo studio della vicenda storica del dimenticato mons. Umberto Benigni, calunniatissimo ed emarginato dai Modernisti, e della sua «fede intransigente» contro il Modernismo, sicuramente può aiutare il lettore a comprendere appieno lo stato di cose qui brevemente accennate. Si deve a san Pio X (Cf. «Rescritti Autografi» del 5 luglio 1911 e dell’8 luglio 1912; «Lettera della Sacra Contrazione Concistoriale», del 25 febbraio 1913) la nascita del «Sodalitium Pianum», ovvero la rete di informazione (o “controspionaggio”) della Santa Sede, organizzata da monsignor Benigni dal 1909, che si occupava principalmente della lotta contro le potenti infiltrazioni di Modernismo e l’usurpazione delle cattedre scolastiche e delle varie sedi «nelle viscere» della Chiesa. Elenco solo alcuni punti del «Sodalitium Pianum»: 1) […] il Cattolico-Romano integrale accetta integralmente la dottrina, la disciplina, le direzioni della Santa Sede e tutte le loro legittime conseguenze per l’individuo e per la società […]; 2) Noi lottiamo per il principio e per il fatto dell’Autorità, della Tradizione […]: 3) Noi consideriamo come piaghe nel corpo umano della Chiesa lo spirito e il fatto del liberalismo e del democratismo cosiddetti cattolici, come del Modernismo intellettuale e pratico, radicale o moderato, con le loro conseguenze; 4) […] noi veneriamo e seguiamo i Vescovi, posti dallo Spirito Santo a reggere la Chiesa di Dio, sotto la direzione ed il controllo del Vicario di Cristo […]; 5) La natura della Chiesa cattolica c’insegna, e la sua storia ci conferma, che la Santa Sede è il centro vitale del cattolicismo […]; ecc… (Cf. http://www.casasanpiox.it/visualizza_docs.asp?id=65). Può essere utilissimo lo studio di «Sodalitium», n° 61, Ed. C.L.S., Verrua Savoia, anno XXIII, luglio 2007, pagine 39, inserto speciale interamente dedicato ai «Cattolici intransigenti». Anche: «San Pio X e il “Sodalitium Pianum”», Ed. C.L.S., Verrua Savoia, 2007.
[3]Dopo vedremo di cosa si tratta. In questo capitolo si può leggere solo una breve introduzione a margine della teologia di J. Ratzinger.
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Tratto da (c) Apologia del Papato (c), EffediEffe 2014, cap: Breve sull’autentico Magistero, p. 29 ss.
CdP Ricciotti
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Atri studi sul Modernismo in J. Ratzinger: