martedì 2 settembre 2014

Il ritorno di San Pietro (Sesta parte: Amor Sacro e amor profano)

Affacciato al balcone Pietro guardava la piazza scorrere e ondeggiare sotto il suo sguardo .
La vertigine lo coglieva nel pensare alle anime che si celavano dietro gli occhi fissi su di lui, occhi nei quali spesso coglieva una tacita implorazione. «Vorrei dire qualcosa ad ognuna di queste anime, vorrei conoscerle una per una —pensò— vorrei conoscere le loro  ferite per poterle guarire una per una. Ma c’è così poco tempo… tutto ciò che posso fare è parlare per tutte loro, sperando che le mie parole possano fare al mio posto ciò che io non posso. D’altronde —riprese— sarà il Signore ad occuparsi di tutto il resto».
«Santità!» lo chiamò una voce dietro di lui. Pietro si voltò. 
«Santità —ripeté il cardinale…— oggi è il giorno in cui riceve le coppie da benedire, si è dimenticato?», Pietro si allontanò dal balcone rientrando nella sala.
«No, non l'avevo dimenticato. Ma sa, ho questa brutta abitudine: pensare. E quando penso non mi accorgo del tempo che passa. Fateli entrare».
Una decina di coppie avanzò nella sala preparata per l’udienza. 
Lo colse un senso di vertigine simile a quello che aveva provato prima osservando la piazza gremita, anche se meno intenso: venti anime non sono mille, ma in fondo è la stessa cosa: ognuna di queste anime può arrivare a vedere Dio, non importa quale sia il corpo che la imprigiona, il luogo dove trascorre la sua vita terrena: potrà vedere la luce, se lo vorrà, se farà in modo di esserne degna. Già, è questo il punto. Esserne degni.
Si concentrò sui corpi. I volti erano comuni, i vestiti appropriati. Alcune coppie si tenevano per mano.
L’amore terreno. Un cosí piccolo assaggio dell’amore divino eppure gli uomini lo cercano e lo idolatrano e alle volte per amore dimenticano Dio, l’unica sorgente dell’Amore Infinito.
«Siete fidanzati? E da quanto tempo?» chiese.
«Dieci anni» rispose una delle coppie. 
«E ancora non siete sposati? Non avete lavoro?»
«No, non è questo…» il ragazzo all’improvviso sembrava imbarazzato, come se la sua motivazione non gli sembrasse piú cosí valida, ora che la esponeva sotto lo sguardo benevolo e acuto del Pontefice «è che… sa, è ancora presto per fare un cosí grande passo… siamo giovani, non abbiamo ancora trent’anni…» ma non riuscí a continuare, e tacque. 
Pietro li considerò lungamente. Bruno lui, con un fisico scolpito, vestito in modo elegante curato. Bionda e slanciata lei, con gli occhi grandi e chiari ma senza tenerezza. 
È quella che si definirebbe una coppia felice, pensò. Una coppia che tutti invidiano, a cui apparentemente non manca nulla. Bellezza, gioventú e probabilmente anche ricchezza. Ma no, non sono davvero felici. Si vede negli occhi di lei. È troppo bella per fare la madre, troppo impegnata con il lavoro, ma qualcosa le manca. Sente un vuoto, un desiderio che non comprende: l’istinto di essere madre. Dice che i bambini non le piacciono, eppure qualcosa trema dentro di lei quando ne vede uno nelle braccia di un’altra donna.  Probabilmente fa l’amore con il suo ragazzo, e non sa neanche di sbagliare, di infrangere un comandamento. Pensa che sia tutto nella fantasia di qualche prete sciocco…
Inaspettatamente, Pietro sorrise loro.
«Figlioli, qual è il senso dell’amore per voi?» chiese. «Vi risparmierò la fatica di rispondermi: so già che direste che è un sentimento che lega due persone, che è una forza straordinaria, che per amore ogni azione può essere commessa. Vedete, in quello che direste non c’è nulla di sbagliato, se non  il fatto che voi  considerate l’amore come qualcosa di a sé stante, al di là del bene e del male. Non è cosí: l’amore che voi descrivete non è altro che un sentimento di durata variabile. Sentimento che si affievolirà col tempo, come tutti i sentimenti, ma che continuerà a trascinarsi stanco e vuoto per la forza dell’abitudine.
Ma un bel giorno vi sveglierete e vi accorgerete che non c’è piú nulla nel vostro cuore. E vi chiederete come fare a riaccendere la fiamma spenta o volterete semplicemente le spalle e andrete via. Il vero amore, figlioli, quello che cercate, è una scelta, un atto della volontà che trasforma il sentimento in qualcosa di concreto, meno romantico forse, ma piú vero.
E l’amore vuole il bene dell’altro, e soprattutto il bene dell’anima dell’altro.
Ricordatelo sempre.
Se amate Dio, sapete cosa intendo. Ci saranno giorni in cui pregare vi sarà difficile, in cui non penserete a Lui come dovreste, in cui lo ferirete per debolezza, per noncuranza. Però non vi scoraggerete. Capirete che a volte bisogna pregarlo e rispettarlo anche quando ci pesa, soprattutto allora. 
Amate le creature cercando in esse il suo riflesso, e amatele amando Lui in esse piú di esse.
Solo allora il vostro amore umano diventerà divino e vero. 
I rapporti prematrimoniali sono sempre peccato. E poi, non crediate che i comandamenti passino di moda. La Chiesa non vuole privarvi di alcuna gioia, sapete, ma nel sesso ragazzi miei, è racchiusa una grande forza: quella della vita. Lasciate che la vita vi riempia, siate il calice dove sarà accolta una nuova creatura, non fermate il suo corso. E per accogliere una nuova creatura, per farla crescere serena, c’è bisogno di una famiglia. Di un matrimonio benedetto da Dio. Il Signore ha fatto bene quello che ha fatto. Lo capirete un giorno: tutte le gioie carnali stancano. Il cibo, il denaro, il sesso, tutto ad un certo punto vi annoia, anche se avete esplorato ogni vizio. Una sola gioia non stanca, ed è la gioia che viene da Dio, dal seguire il suo piano…».
Le coppie lo guardavano perplesse, stupite. Ma Pietro sentiva che le anime dietro quegli occhi si agitavano, come scosse dalla brezza.
Pensò alla parabola del seminatore. Alcuni faranno tesoro di queste parole, altri le dimenticheranno. Ma basterà che una sola anima le ricordi per dimostrare la forza eterna della parola del Signore.
 
(Qualche ora dopo, in una macchina bloccata nel traffico dell'autostrada...)
«Amore…» disse il ragazzo bruno.
«Sí?»
Lui contrasse le mani sul volante. «Sai, forse dovevo dirtelo in un posto piú romantico di quest’auto, ma… credo che potremmo smettere di aspettare ancora altro tempo per sposarci».
Lei lo guardò e ad un tratto nei suoi occhi prima freddi apparvero tante piccole scintille.
«Sai, fino a poco fa credevo che ti avrei detto di no se me l’avessi chiesto. Credevo che avrei detto di non esser pronta, di voler pensarci bene, tutte espressioni che avrei usato per nascondere il fatto che avevo solo paura, che non volevo avere pensieri o seccature. Ma ora, sai, dopo che il Papa ci ha parlato, ho sentito il desiderio di pregare di nuovo come quando ero bambina. E sai, credo sia un santo quell’uomo, perché ho capito che non c’è niente da temere, e nulla desiderare per noi se non questo per sempre».
(Intanto in Vaticano...)
In una piccola sala della residenza papale,due cardinali parlottavano tra di loro.
" Il Papa è troppo strano. Davvero ! - disse uno di loro - sta mettendo a rischio tutti gli obiettivi del Concilio Vaticano secondo comportandosi in questo modo. Si mette a parlare di guerra santa e di castità! Ma dove siamo finiti?" disse levando le mani in segno di impotenza.
"Veramente - azzardò l'altro cardinale - ho notato che il Papa raccoglie molti consensi ultimamente. La gente è attirata dal suo essere saldo sulla morale e la dottrina..."
"E' proprio questo il punto! Non deve essere cosi! La gente deve amare il Papa per altri motivi...dobbiamo fare qualcosa. Chiama il signor Woland !"
Fonte: http://radiospada.org