mercoledì 16 aprile 2014

QUANDO I VOTI NON SI POSSONO CONTROLLARE…(di Don Floriano Pellegrini).

DOPO 148 ANNI DAL REFERENDUM DI ANNESSIONE DEL VENETO, L’ITALIA BLOCCA ANCORA LA VERIFICA E L’ACCESSO ALLE SCHEDE!
 
 
plebiscito1866Mi scrive un noto e insospettabile studioso: “Sul plebiscito del 1866 ci sono moltissimi dubbi. Qualche anno fa un amico aveva appena iniziato lo spoglio delle schede di voto ed ha avuto la certezza che ci fossero stati dei brogli, molto evidenti. Purtroppo, la ricerca non si è conclusa, perché è stata chiusa la sezione alla Giudecca dell’Archivio di Stato di Venezia (dove stanno le schede) e quindi le casse che le contengono sono ancora sigillate come all’origine [!] e non sono più consultabili”.
Sono trasalito: com’è possibile non siano consultabili? Il regno d’Italia unì a sé il Veneto solamente dopo che, con il Trattato di Vienna del 3 ottobre 1866, s’era esplicitamente impegnato a ricevere “il consenso delle popolazioni [del Lombardo-Veneto] debitamente consultate”. In altre parole: né Napoleone III, imperatore dei Francesi, né Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria, cedevano la sovranità direttamente all’Italia, ma la trasmettevano al Popolo Veneto, il quale avrebbe potuto liberamente e sovranamente decidere il suo avvenire, se unirsi o meno all’Italia.
Seggio del plebiscito truffa del 1866 ricostruito a Villafranca di Verona l'11 settembre 2011 4
Questo, ripeto, è quanto sottoscritto dall’Italia a Vienna; ma lo fece già con l’intenzione di tradire, sia la Francia, che l’Austria e il Popolo Veneto. Dieci giorni dopo, infatti, nel proclama di indizione del referendum e quindi prima dei risultati, l’Italia definiva sé stessa come liberatrice, il Popolo Veneto era ormai declassato a sue province e l’Austria (bella correttezza!) era definita una tirannide; insomma, una catena di falsità e calunnie per tutte le parti in causa, eccetto che per sé stessa.
Fu così che si guardò bene dal permettere che la messinscena del referendum trovasse una minima verifica internazionale; e dopo 148 anni si dice che le schede non sono ancora consultabili?
Sarebbe nell’interesse stesso dell’Italia poter dimostrare che dal 1866 è in Veneto per la corretta applicazione del Trattato di Vienna, da essa sottoscritto, e non per un tradimento del diritto internazionale; tradimento che, invaliderebbe all’istante la dichiarata legittimità della presenza dell’Italia sul territorio veneto.
 
[Comunicato n.1666 - Il libero maso de I coi] - http://vivereveneto.com/ -