giovedì 24 aprile 2014

"La Russia era un mezzo e non un fine"

R&U

L'accordo raggiunto a Ginevra "abortisce" immediatamente, tra le accuse di Kiev e Washington a Mosca, che non "farebbe la sua parte" nello stimolare la resa dei ribelli e l'abbandono degli edifici occupati, le minacce di ulteriori sanzioni da parte dell'Occidente, e le accuse dei separatisti che vogliono come primo passo il disarmo di Pravy Sektor e accusano il governo di non volere un dialogo ma un monologo. L'OSCE ha finora inviato nel Paese 100 mediatori incaricati di favorire le trattative tra il governo golpista e i filorussi.
Il deteriorarsi dei rapporti tra USA e Russia, dopo l'accordo raggiunto nel 2001 sull'invasione dell'Afghanistan, è stato segnato - dall'annuncio di uno scudo missilistico spaziale, cui Putin reagì schierando batterie missilistiche a corto raggio lungo la frontiera UE, all'allargamento della NATO a inglobare Paesi dell'ex URSS come le Repubbliche Baltiche - da un misto di negligenza e di eccesso di confidenza da parte delle amministrazioni Bush e Obama, cui ha fatto da contraltare un clima di sospetto e sfiducia da parte russa e la promozione di un'alternativa alle democrazie occidentali, il "putinismo", ossia una forma di capitalismo di Stato conservatore e ultranazionalista.

Questa dinamica ha riflettuto l'incapacità statunitense, riconosciuta da alcuni (ex) funzionari, di riconoscere che l'URSS era cessata e con essa il nemico ideologico, mentre la Russia rimaneva una potenza che richiedeva lo stesso livello di attenzione riservata alla Cina in politica estera, e l'impostazione di un rapporto che fosse non solo un mezzo per altri fini, ma un fine in sé. "Non facevamo veramente attenzione alla cosa, la relazione bilaterale non era vista come un obiettivo importante", ha dichiarato James F. Collins, ambasciatore USA a Mosca alla fine degli anni '90.

Thomas E. Graham, consigliere di Bush jr. per i rapporti con la Russia, ha aggiunto che avrebbe meritato maggiori sforzi la creazione di una nuova struttura europea di sicurezza che rimpiazzasse la NATO e si reggesse su "tre pilastri", USA, Europa e Russia. 

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