martedì 8 aprile 2014

Le Crociate ci hanno fatto male?

crociate

Pochi papi, direi pochi ecclesiastici nella storia furono personalmente umili e distaccati come Marcello Ghislieri, papa San Pio V. Conosceva bene le vicissitudini della sorte, egli che, di famiglia nobile, aveva patito la povertà fino a dover guadagnarsi da vivere come pecoraio; monaco domenicano, indossò sempre il bianco saio, dando inizio alla consuetudine dell’abito pontificio; viveva senza sfarzo… Ma era stato inquisitore, e, da papa, si adoperò con abilità e decisione per dar vita alla Lega (o Confederazione) tra Venezia, Filippo II di Spagna e le potenze italiane che condurrà al trionfo di Lepanto del 7 ottobre 1571 sulla flotta turca; e che dimostrò per sempre la superiorità navale dell’Occidente e tolse agli Ottomani ogni velleità di conquista per mare.
Se S. Pio V non avesse fatto ciò, forse la basilica di San Pietro sarebbe divenuta una moschea, e, attraverso qualche laicizzazione, un museo come Santa Sofia. Ghislieri, se avesse scelto di non combattere, sarebbe passato alla storia come un papa umile? No, non sarebbe passato affatto, oggi giacerebbe dimenticato. Combatté e vinse, e la sua umiltà lo condusse ad attribuire il successo alla Madonna Auxilium Christianorum, che intitolò della Vittoria, e poi, proprio per evitare trionfalismi, del Rosario, da buon domenicano. La Madonna del Rosario si celebra il 7 ottobre, vero?
Certo, i combattenti di Lepanto non erano dei santi né tutti né parte di loro: marinai, avventurieri, pirati… Ma a loro dobbiamo se siamo rimasti cattolici e non siamo talebani.
Il lungo periodo di quelle che in seguito verranno chiamate Crociate è uno dei più contraddittori della storia del Mediterraneo, e vide di tutto, da massacri ad accordi, da tradimenti a magnificenze di cavalleria, da guerre tra cristiani a scontri di interessi a conflitti tra pretendenti a un trono perduto… com’è umano; e nessun risultato concreto, e ogni acquisto cristiano andò perduto entro il XIII secolo. Vero, ma per i due secoli precedenti venne arrestata l’avanzata turca e islamica su Costantinopoli e sull’Europa. Senza dire dei contatti culturali e commerciali; degli effetti sociali: dapprima vennero scaricati sull’Oriente tutti i conflitti sociali europei fatti di avventurieri senza feudo (la vicenda di Boemondo d’Altavilla è emblematica) e cavalieri erranti e potenziali briganti; poi l’assenza per anni di feudatari e re lasciò molto campo libero a città e borghesi. E non mancarono grandi figure come Goffredo di Buglione e gli Ibelin e S. Luigi IX; e santi e martiri. Insomma, non si possono liquidare le Crociate con una semplificazione di violenza / non violenza, umiltà / trionfalismo, come se noi fossimo seguaci di Gandhi e non di Gesù Cristo.
Anche oggi ci sono cristiani perseguitati e uccisi. Non dico che dobbiamo predicare “Deus vult” e partire tutti in guerra; ma una parola anche per loro, una pressione sui governi… prima che facciano come nei Balcani nel XIV e XV secolo, dove i nobili si convertirono all’islam per non pagare le tasse e i poveracci si nascosero e inselvatichirono per restare cristiani.
In Iraq, dopo duemila anni, a distruggere il Cristianesimo ci hanno pensato i liberatori americani.

di Ulderico Nisticò (http://radiospada.org/)