mercoledì 27 novembre 2013

LA REPUBBLICA UNIVERSALE IN VIA DI FORMAZIONE (Estratto dell'opera di mons. Delasuss "Il Probblema dell'ora presente", Tomo I°) .




Questo progetto di stabilire, sulle rovine di tutte le nazioni, uno Stato-Umanità, una Repubblica
universale, non è da oggi. Noi abbiamo inteso Danton farne allusione. Mirabeau non era meno
istruito sui disegni della setta. Alla morte dell'imperatore Giuseppe, Leopoldo, suo successore,
chiamò presso di sé il professor Hoffman, che egli sapeva essere stato istigato a consacrare la sua
penna alla causa della Rivoluzione. Questi gli riferì che Mirabeau avea dichiarato ai suoi confidenti,
che avea in Germania una corrispondenza assai estesa. Egli sapeva che il sistema della Rivoluzione
abbracciava l'universo; che la Francia non era che il teatro scelto per una prima esplosione, che i
propagandisti agitavano i popoli su tutte le zone, e gli emissari erano sparsi nelle quattro parti del
mondo e soprattutto nelle capitali.(1)
Altri Convenzionali manifestarono più d'una volta essere questo il segreto degli ultimi intendimenti
della setta. Un deputato di Cantal, Milhaut, parlando alla Loggia-Club dei Giacobini, della riunione
della Savoia alla Francia, salutava il rovesciamento di tutti i troni, "conseguenza prossima - egli
diceva - del successo delle nostre armi e del vulcano rivoluzionario"; ed esprimeva il desiderio che
da tutte le Convenzioni nazionali che si stabilirebbero sulle rovine di tutti i troni, un certo numero di
deputati straordinari formassero, nel centro del globo, una Convenzione universale che vegliasse
continuamente a conservare i diritti dell'uomo in tutto l'universo.(2) In altri termini, essa avrebbe
per missione di vegliare a conservar gli uomini nella Rivoluzione, nella rivolta contro Dio.
Osserviamo, di passaggio, che uno stesso nome, un po' modificato, - Convento, Convenzione -
serve ad indicare le assemblee generali della framassoneria, l'Assemblea rivoluzionaria del 1789 e
l'Assemblea futura dei deputati di tutte le parti del mondo.(3)
Sul finire del secolo XVIII, questo progetto di governare l'intero genere umano, per mezzo d'una
Convenzione unica posta nel centro(4) del mondo e composta dei deputati delle Convenzioni
stabilite negli antichi regni ridotti a dipartimenti, poteva sembrare follia. Ma al giorno d'oggi
nell'entrare del secolo XX, in cui vediamo il globo intiero attraversato dai fili telegrafici, dalle vie
ferrate, e dai piroscafi, il messia aspettato dagli Ebrei potrebbe facilmente tenere in sua mano il
mondo intiero, e governarlo mediante una Convenzione centrale, in relazione con le Convenzioni
locali. Nel tempo stesso che la setta prepara la concentrazione politica, non si vede la scienza fare la
concentrazione materiale, mentre l'insegnamento e la stampa lavorano alla concentrazione delle
menti nella neutralità dommatica? Il progetto della setta non sembra più così assurdo né così
inattuabile.
Si può vedere in Deschamps (to. II, p. 150 e seg.) l'aiuto che la Convenzione, poi Napoleone,
ricevettero dalla framassoneria, in Germania, nel Belgio, nella Svizzera e in Italia, per tentare di
formare gli Stati Uniti d'Europa, avviamento verso lo Stato-Umanità. Il progetto non è stato mai
abbandonato; l'esecuzione ha subito più d'una volta dei regressi, ma per essere ripresa appena le
circostanze lo permettessero. L'unificazione dell'Italia, l'unificazione della Germania, l'estensione
della Russia, le ambizioni degli Stati Uniti, chiamati senza dubbio a raccogliere dall'Inghilterra
l'impero dei mari, fanno progredire, di giorno in giorno, su tutti i punti del globo, la marcia verso
l'unità politica. Prima di cento anni, forse cinquanta, due o tre imperi ingranditi per la
"consumazione" delle nazionalità di second'ordine, potranno urtarsi in un conflitto supremo, per
lasciare il vincitore libero e padrone di disporre a suo piacimento dei destini del mondo. Non è il
presentimento che spuntò in tutti gli spiriti illuminati, che è stato manifestato da per tutto, dacché è
scoppiata la guerra tra la Russia e il Giappone?
"Rovesciare tutte le frontiere - disse Claudio Jannet - nella continuazione dell'opera del P.
Deschamps, abolire tutte le nazionalità, cominciando dalle piccole, per farne un solo Stato;
cancellare ogni idea di patria; rendere comune a tutti la terra intiera che appartiene a tutti; rompere
coll'astuzia e colla forza tutti i trattati; tutto preparare per una vasta democrazia, le cui razze diverse,
abbrutite da ogni genere d'immoralità, non saranno che dipartimenti amministrati dagli alti gradi e
dall'Anticristo, supremo dittatore divenuto il solo loro dio: ecco lo scopo delle società segrete".
Restringendoci a ciò che avviene nel nostro continente, non vi è dubbio che il piano della
massoneria è di fare della Francia cattolica una nazione interamente subordinata alle nazioni
protestanti, e di servirsi della Prussia per formare gli Stati Uniti dell'Europa. Fin dal 1866, Mons.
Ketteler aveva l'intuizione di questi progetti; nel suo libro: L'Allemagne après la guerre de 66,
cap.
IV, scriveva: "A questo fine, la Prussia dev'essere una
monarchia assoluta, militare, burocratica,
protestante". La framassoneria mette le nazioni in Repubblica quando sono governate da una
dinastia che si rifiuta d'essere suo strumento, o quando è giunto il momento di far passare
l'egemonia ad un'altra Potenza.(5) Finché il monarca per ambizione si presta all'esecuzione de' suoi
disegni, essa gli dà un potere assoluto, concentrato dalla burocrazia, e avente tra le mani una grande
potenza militare. Fa d'uopo che questo monarca e il suo popolo siano protestanti per abbattere il
cattolicismo, primo e, si può dire, unico ostacolo al progresso della civiltà naturalista. "È questa -
continua Mons. Ketteler - l'idea fissa delle scuole e delle loggie massoniche".(6)
Dal momento che una nazione è così scelta "a consumare" le altre, secondo la parola di Bluntschli,
la massoneria si adopera a darle "coscienza di se stessa", "il sentimento della sua vocazione
politica", altre parole del medesimo per esaltare il sentimento patriottico e per guastare questo
medesimo sentimento presso i popoli ch'essa ha condannati. Il socialismo è patriottico in Germania,
con Bebel, internazionalista in Francia, con Jaurès. L'uno e l'altro obbediscono senza dubbio
all'impulso d'un solo e medesimo motore, che vuol deprimer questo, e sovreccitar quello, per
rendere più facile e più certa la vittoria di quelli ch'essa vuole, al momento, ingrandire ed elevare.
Nella
Questions historiques, Fustel de Coulanges fa questo paragone fra il modo di scrivere la storia
in Germania e in Francia da cinquanta anni. Egli oppone la differenza dei sentimenti degli storici
tedeschi e degli storici francesi rispetto al loro paese: "Il primo dovere d'un gran popolo è di amarsi
e onorarsi nei suo' morti ... Il vero patriottismo non è l'amore del suolo, è l'amore del passato, è il
rispetto di quelli che ci hanno preceduto. I nostri storici non c'insegnarono che a maledirli e ci
raccomandano di non essere simili a loro ... Noi nutriamo in fondo dell'anima nostra una specie di
odio incosciente rispetto a noi stessi ... È una specie di furore nel calunniarci e distruggerci,
somigliante alla manìa di suicidio da cui vedete tormentati certi individui". Disprezzare in tal modo
il suo passato non è sicuramente cosa punto naturale per un popolo. E allora un quesito si pone:
d'onde ciò deriva?
"I Tedeschi - dice il medesimo autore - hanno tutti il culto della patria, ed intendono la parola patria
nel suo vero senso: è il
Vaterland, la terra degli antenati. È il paese quale gli antenati l'hanno avuto
e l'hanno fatto. Essi amano questo passato e ne parlano come si parla d'una cosa santa".
Non è con quest'occhio, ma "con occhio d'odio" che la Francia guarda la patria sua. Eppure quale
nazione, in Europa, sarebbe stata capace di mostrare una storia più antica e più gloriosa? Soffocato,
dopo il 1815, dall'Inghilterra e dalla Germania, il nostro liberalismo si è fatto l'apologista della razza
germanica a spese della nazione francese.
Dal 1872 in poi havvi qualche cangiamento? In Germania, no certamente. In Francia, "vecchia
Francia" è quasi sempre un'ingiuria, Dietro le orme di Michelet e de' suoi alunni, la nostra storia è
divenuta meno la storia d'una nazione determinata, che quella del laborioso parto dell'89. Un
giovane francese candidato al baccalaureato era dispensato, due anni fa, di sapere la storia del suo
paese prima del 1610. Dopo lo scorso anno, la dispensa è stata estesa fino al 1715, ed ora vi ha di
quelli che dimandano che la data sia abbassata fino al 1789.
Si conoscono i bei risultati, nell'interno e all'estero, che diede la storia così praticata presso i
Prussiani. "Nell'interno - constata Fustel - essa faceva tacere i partiti e fondava un concentramento
morale più vigoroso che non è il nostro concentramento amministrativo. All'estero, essa apriva le
vie della conquista e faceva al nemico una guerra implacabile in piena pace". Così, vent'anni prima
avea messo la mano sull'Alsazia-Lorena. Fustel aggiungeva: "prima che la Germania si
impadronisca dell'Olanda, la storia già dimostra che gli Olandesi sono "Germanici". Essa proverà
altresì che la Lombardia è una "terra germanica", e che Roma è "la capitale naturale dell'impero
germanico"".
Dal 1872 in poi, su questo punto di vista, niente si è cambiato presso i nostri vicini. Oggi, come
trentacinque anni fa, la storia è la serva della grandezza alemanna; essa continua a plasmare
un'anima comune al giovine impero ed a farsi su tutte le frontiere la foriera del pangermanismo. Se
ne sa qualche cosa a Praga, a Zurigo, a Nancy, a Lussemburgo, ad Amsterdam.
Le Università germaniche e d'Austria divennero focolari di pangermanismo. I primi discepoli di
Schoenerer furono studenti di Vienna. Attualmente, due gridi si fanno udire: "La Germania una" e
"Rompiamola con Roma!" La Prussia, la Prussia protestante, si annetterà così tutte le parti della
Germania. "Essa vi è obbligata - dice Mons. Ketteler, interpretando i sentimenti di coloro dei quali
ha esposto i progetti; - essa vi è obbligata come gli astri sono obbligati a percorrere l'orbita che loro
è assegnata".
Si giudica che il numero dei Tedeschi d'Austria intieramente acquistati alle dottrine del
pangermanismo, non è attualmente inferiore a tre milioni. Questa cifra non può che crescere ancora,
e rapidamente, grazie alla propaganda che si fa sotto le forme più svariate: azione politica nel
Reichstag(7) per mezzo degli Schoenerer e dei Wolff, azione per mezzo della stampa e dei venditori
ambulanti di giornali, azione per mezzo della predicazione protestante che si fa l'ausiliaria del
"germanismo". La Germania, in una parola, non trascura niente per esser pronta, quando sarà giunto
il momento di completare l'esecuzione del piano pangermanico.
Ciò non basta all'ambizione che i suoi ispiratori le hanno fatto concepire. Ella vuol essere in Europa
quello che era la Francia, la testa dell'Europa.(8) Di più, sebbene protestante, ella pretende di
prendere il suo posto come protettrice dei cristiani in Oriente, e, se fa d'uopo, di protettrice del Papa
a Roma. I discorsi e il procedere del suo imperatore, hanno chiaramente palesate queste intenzioni.
Per non ricordare che uno de' suoi discorsi, egli disse a Berna nel marzo 1905:
"Nostro Signore Iddio non si sarebbe mai presa tanta cura della nostra patria tedesca e del suo
popolo, se non ci avesse destinati a grandi cose: noi
siamo il sale della terra; ma dobbiamo pure
mostrarci degni di esserlo. Perciò, la nostra gioventù deve imparare l'abnegazione, a guardarsi da
tutto ciò che non è buono per essa, da ciò che è importato dai popoli stranieri, e restar fedele ai
costumi, alla regola e all'ordine, al rispetto e alla religione.
"L'impero universale, quale io l'ho ideato, deve consistere in ciò, innanzi tutto, che l'impero
germanico, di fresco fondato, deve godere della più assoluta fiducia di tutti, come un vicino
tranquillo, leale e pacifico; e se un giorno forse si dovesse parlare nella storia d'un impero
universale tedesco, o d'un impero universale degli Hohenzollern, esso non sarebbe stato fondato
colle conquiste della spada, ma bensì mercé la confidenza reciproca delle nazioni aspiranti ad un
medesimo fine. In una parola, come disse un grande poeta: "Limitato al di fuori, infinito al di
dentro!"".
Non si prenda quest'idea della dominazione universale riservata alla razza germanica per
un'esagerazione oratoria: Guglielmo II non fa che esprimere un sentimento comune a tutti i
Tedeschi, e che trovasi in fondo ai discorsi di Bebel ad Amsterdam, come nelle arringhe imperiali.
Chiunque osserva la Germania, vede con qual sicurezza essa aspira a prepararsi ad una specie di
dominio su tutto il genere umano, e ciò con tutti i mezzi ad un tempo, coll'idea come colla potenza
militare, col commercio e coll'industria, come altresì colle sue emigrazioni. Fin d'ora, la Germania è
la seconda delle grandi potenze commerciali del mondo. La colonia tedesca è negli Stati Uniti una
potenza politica di prim'ordine, e, nell'America del Sud, forma quasi la maggioranza nelle provincie
meridionali del Brasile.
La medesima potenza occulta che inebria la Germania deprime la Francia. Alla distanza di
trent'anni, si vede adesso come la Prussia e la Francia da parecchi anni erano spinte a rendersi atte
una a compiere la parte del vincitore, e l'altra quella del vinto. Vinta, la Francia si rialzò tuttavia con
bastante vigore per far temere che essa ripigliasse il suo posto alla testa della civiltà. Allora essa fu
condannata alla Repubblica, e colla Repubblica al più completo snervamento di tutte le sue forze
religiose, politiche, militari e civili, affinché ogni resistenza diventasse per lei impossibile allorché
fosse giunta l'ora di gettarsi di nuovo sopra di essa. La pubblicazione della corrispondenza di
Bismarck ha chiaramente dimostrato e la parte che egli aveva avuto nello stabilimento della
Repubblica,(9) e il vantaggio che ne aspettava, come le complicità che trovava nell'interno pel
compimento de' suoi disegni. Il 1° novembre 1877, il conte Herbert di Bismarck scriveva al conte
Honckel di Dennsmark, l'ex-governatore d'Alsazia-Lorena, il marito della Paiva di cui si conosce la
parte ch'ebbe negli ultimi anni dell'impero, e infine l'agente segreto di Bismarck in Francia, nella
lotta tra il partito conservatore e il partito opportunista: "Le relazioni che voi mantenete con
Gambetta sono di un grandissimo interesse per mio padre, ma egli non crede opportuno, per il
momento, di fargli pervenire, fosse pure per mezzo vostro, delle
comunicazioni o degli ordini". Due
mesi dopo, gli ordini giungevano e cominciava la guerra al clericalismo. Essa doveva essere ben
presto seguita dalla guerra alla magistratura, poi dalla guerra al risparmio,(10) poi dalla guerra
all'esercito; e tutto questo accompagnato da prostrazioni dinanzi alle altre potenze e dall'abbandono
del nostro protettorato in Oriente.
"Il dramma che si svolge da trent'anni - disse Copin-Albancelli - non è che l'assassinio della
Francia, ordito dal potere occulto ebraico, che opera per mezzo della framassoneria. Se non
perveniamo a far ciò comprendere a tempo alla maggioranza dei Francesi, la Francia è perduta".
Ma, ahimè! come dice Bidegain: "Quelli che dirigono segretamente l'Ordine massonico hanno sì
destramente informate le menti dei loro discepoli divenuti loro servitori incoscienti, ch'essi trovano
nella massoneria uno strumento ammirabile pel colpo di Stato ebreo che consacrerà il cambiamento
di nazionalità della nostra patria e la definitiva spogliazione dei Francesi di Francia".(11)
In un'intervista ch'egli ebbe con un redattore del
Soleil,(12) de Marcère disse parimenti,
nell'occasione del Congresso antimassonico che tenne le sue sedute nei primi giorni dell'anno 1902:
"Non si può dissimulare,
è particolarmente in Francia che si porta lo sforzo della
disorganizzazione massonica,
e ciò per un'opera che corrisponde evidentemente all'attuazione di un
piano immenso,
in cui è chiaro che noi siamo stati sacrificati".(13)
È inutile fare il quadro di questa disorganizzazione; essa sta sotto gli occhi di tutti: nell'esercito e
nella marina, affinché quando sarà giunta l'ora dell'assalto, il nemico non trovi che una debolissima
resistenza. Con quale dolorosa ansietà i cuori francesi notano i colpi che loro son dati giorno per
giorno! Fu dapprima la disgrazia del generale Deloye, il creatore del nostro materiale d'artiglieria, la
disgrazia del generale Roget e con lui di tutti quegli ufficiali laboriosi e modesti, gli Yung, i Lauth, i
Bougon e tanti altri, che ebbero il solo delitto d'aver affermato in giustizia e con giuramento, le loro
convinzioni. È lo scompiglio della scuola di Fontainebleau, dove gli ufficiali aveano mostrato
qualche freddezza per un collega sospetto. E la dispersione dello stato maggiore generale che ebbe
per conseguenza la dimissione del suo capo, il generale Delanne e quella del generalissimo Jamont.
La legge sulla riduzione del Servizio militare a due anni, entra nel medesimo programma di
annientare l'esercito. Nessun dubbio che la riforma attuale non riesca anch'essa, fra poco tempo, a
stabilire il servizio di un anno. La trasformazione in Francia dell'esercito in semplice milizia
comunale, è una delle parti essenziali del programma massonico internazionale.
Si vede nel tempo stesso che il governo ad ogni istante abbandona un nuovo brandello della
bandiera della Francia, una nuova porzione del suo dominio coloniale. Dopo l'Egitto, dopo il Basso
Niger, dopo Fachoda e il Bahr-el-Ghazal, è la riviera francese di Terra Nuova che esso lascia
agl'Inglesi, affinché senza dubbio i nostri marinai non abbiano più scuola pratica dove prepararsi a
lottare contro di loro.
Nel medesimo tempo lascia libero campo all'antimilitarismo, ipocritamente confessato da Jaurès e
Buisson, ma cinicamente sciorinato in tutti i libelli osceni che inondano le caserme e aizzano i
soldati alla disobbedienza, alla indisciplina e all'assassinio, negli appelli ai coscritti, agli stessi
alunni di liceo, e che propagano i giornali del cosmopolitismo. Dovunque è la ribellione latente; la
si tollera, la s'incoraggia, mentre il comando, spogliato de' suoi poteri essenziali, è strappato ai
generali per passarlo nelle mani di agenti politici, e de' magistrati civili, soli depositari del diritto di
accordare dilazioni, congedi ed aiuti.
Infine bisogna parlare delle rivelazioni fatte alla Camera da Guyot de Villeneuve, e che hanno
mostrato l'esercito intiero inviluppato in una rete di delazioni tenuta dal Grand'Oriente che vi attira
le sue vittime per offrirle ai colpi del ministro della guerra.
Indisciplina, insubordinazione, sedizione, biasimi ai capi, adulazioni e debolezze verso i ribelli,
premi alla rivolta, sommissione alle loggie e ai giornali accusatori, dimissioni provocate; è uno
sfacelo generale di tutto l'edificio, che l'affare Dreyfus ha incominciato e che la complicità del
governo ha accentuato ed accentua ogni giorno.
A ciò aggiungete la campagna di corruzione morale, promossa così attivamente nelle masse
profonde del popolo e la guerra fatta alla religione, e voi potrete giudicare delle speranze che la
setta internazionale ha fondate sulla quarta e prossima invasione.
L'interlocutore di Marcère gli dimandava
"-Perché la framassoneria serve, come sembra, più immediatamente agli interessi della Germania?
"-Egli rispose: la framassoneria si presta essa forse in modo speciale agli interessi di una nazione?
Io l'ignoro. Ma, in fatto, essa ha servito, le une dopo le altre, tutte le potenze vittoriose. Ha servito
Napoleone I, come ha servito Bismarck. Quello che è egualmente certo, si è che essa ha
costantemente favorito i protestanti e gli Ebrei, e che dappertutto dove questi trionfarono, i
framassoni non tardarono a trionfare. D'altronde, questa è una conseguenza logica dello scopo
stabilito dalla massoneria. Se vuol ottenere veramente il livello universale, essa dunque deve
applicarsi a distruggere l'elemento, per eccellenza conservatore dell'ordine sociale, la religione
cattolica, questo cemento romano delle società imperiture".
Non si può dir meglio, ed è la ragione per la quale la massoneria si studia di distruggere innanzi
tutto le Potenze cattoliche.
Per arrivare alla sua mèta, che è di sostituire "una Gerusalemme di nuovo ordine" alla doppia città
dei Cesari e dei Papi, l'alto ghetto lavora ad annientare da prima le nazioni cattoliche; queste
distrutte, il resto cadrà da sé ed Israele potrà stabilire il suo universale impero. Nel mondo intero, le
società segrete favoriscono l'Inghilterra. la Prussia, l'America del Nord, a detrimento della Francia,
dell'Austria e della Spagna. L'Austria ha ricevuto un colpo mortale a Sadowa; la Francia una ferita
crudele a Sedan ed una più crudele ancora quando fu abbandonata alla framassoneria
dall'Assemblea Nazionale. Ma da un giorno all'altro essa poteva rialzarsi. Fu deciso si dovesse darle
il colpo di grazia; ma questo colpo dovea essere preparato. L'affare Dreyfus ha compiuto la parte di
preparazione. Ha disorganizzato l'esercito, ha fomentata la guerra civile ed ha sciorinato, sotto gli
occhi dei nostri nemici, tutti i nostri piani di difesa.
La politica massonica che procedette per tappe dalla rovina dell'Austria all'unità dell'Italia, e
dall'unità della Germania all'indebolimento progressivo della Francia, è ora intenta, esattamente coi
medesimi metodi, alla distruzione della Russia, baluardo dell'"autocrazia" ultimo ricovero della
"Contro-Rivoluzione". Questa politica lavora nell'ora presente alla creazione di due altre unità ben
più formidabili che l'unità dell'Italia e quella della Germania, vale a dire l'unità americana e l'unità
asiatica. All'unità americana, i nostri governanti framassoni ci hanno fatto sacrificare l'ammirabile
possesso del Canale di Panama, che domina le evoluzioni economiche dell'avvenire; all'unità
asiatica, ci farà abbandonare prima di dieci anni tutta la penisola indo-cinese.(14)
Ispirato, guidato dalla potenza occulta che oggi governa il mondo, il Giappone credesi destinato ad
essere, per l'Estremo Oriente, questo che fu il Piemonte per l'Italia e la Prussia per l'Alemagna. Egli
vuol riunire sotto la sua egemonia i quattro o cinquecento milioni d'uomini che comprende la razza
gialla e già sembrano prestarsi all'impulso militare a cui egli vuoi sottometterli.
E mentre che gli Stati Uniti s'impadroniscono dell'istmo di Panama, gli Inglesi si lasciano lusingare
dall'imperialismo di Carlo Chamberlain, che pretende subordinate il mondo intero alla prepotenza
politica, commerciale e finanziaria dell'Inghilterra.
Da qualunque lato si porti lo sguardo, esso scorge i prodromi di formidabili avvenimenti che
devono cambiare la faccia del mondo.
Son già venticinque anni, un prete, che d'altronde conosciamo, pubblicò sotto il pseudonimo C. C.
de Saint-André, un libro intitolato:
Francs-Maçons et Juifs. Egli stabilisce che il fine ricercato dagli
Ebrei aiutati dalla framassoneria è triplice: 1° distruggere l'idea cristiana nel mondo; 2° riprendere
possesso di Gerusalemme; 3° soggiogare l'umanità intera.
Dopo che fu scritto questo libro, cioè in quest'ultimo quarto di secolo, siamo stati testimoni dei
grandi sforzi fatti per raggiungere il primo di questi scopi; abbiam visto, pel secondo, istituire i
congressi sionisti e gli Ebrei recarvisi da tutti i punti della terra; riguardo al terzo, ecco ciò che
l'autore ne diceva or fa un quarto di secolo:
"Gli Ebrei non vogliono lasciare in piedi né governo cattolico, né una sola nazione cattolica.
"La Francia essendo la nazione cattolica più consistente e più forte, forma l'ostacolo più gagliardo al
doppio scopo dell'Ebreo, il dominio del mondo e il riacquisto della Giudea; poiché senza dubbio la
Francia lasciata a se stessa e alle sue tendenze di origine e di tradizione, si opporrà sempre alla
profanazione della Terra Santa per mezzo del Giudeo.(15) Fa d'uopo pertanto che più delle altre
essa sia scattolicizzata, scristianeggiata, affinché i suoi figli più non si curino dei Luoghi Santi. Fa
d'uopo che in niuna maniera essa possa essere un centro di riunione e d'alleanza per gli altri popoli
cattolici, per conseguenza è necessario che sia esaurita e intieramente schiacciata colla rovina di
tutte le sue forze vitali, della sua agricoltura, della sua industria, del suo commercio, delle sue
finanze, dei suoi eserciti, colle continue divisioni intestine, colle guerre civili religiose, infine collo
smembramento e colla spartizione
(così sottolineato - Notiamolo di nuovo, ciò si pubblicava nel
1880). "La Repubblica da una parte e l'Impero tedesco prussiano dall'altra sono i due strumenti con
cui l'Ebreo s'adopra saggiamente e successivamente a questa grand'opera di distruzione.
"Nel pensiero machiavellico d'Israele, questo Stato prussiano è stato preparato da lungo tempo e
formato in potenza militare formidabile per stritolare, non solamente la Francia, ma altresì tutti gli
altri popoli cattolici d'Europa, e per costituire un impero immenso che comprenderà tutto
l'Occidente dal nord al mezzodì. È una di quelle grandi agglomerazioni che devono formarsi.
Questa potenza eretica e massonica non può che servire in tutto agl'interessi dell'Ebreo.
"L'altra grande agglomerazione, è la Russia. Là l'Ebreo segue "una politica piena di misteri",
davanti alla quale "impallidisce l'Europa" e che "gli occhi della Gran Bretagna penetrano appena".
La Russia è innanzi tutto l'ariete con cui il Giudeo demolisce la Turchia a fine di prendere un giorno
in mezzo alle rovine il boccone che agogna. Ma la Russia è un governo assoluto diretto da una
famiglia che ha una tradizione religiosa e politica direttamente opposta alle aspirazioni giudaiche.
"Questa dinastia è cristiana; essa vuol dominare tutto l'Oriente e riunire le varie comunioni greche
sotto la sua autorità spirituale. Essa dunque non può soffrire che Gerusalemme e la Palestina
diventino la dimora e la proprietà degli Ebrei. Perciò,
o questa dinastia cadrà, ovvero questa
politica tradizionale dovrà esser abbandonata
. Il Giudeo agisce quanto può in questo doppio senso
nella Russia europea per mezzo delle società segrete e specialmente per mezzo del barbaro
nichilismo. Idee di modificazione nel regime politico già si manifestano, la parola di governo
costituzionale è stata pronunciata. Si combatte l'autocrazia imperiale. Gli Ebrei non pensano a
distruggere la Russia; essi ne hanno bisogno. La sua esistenza entra nel loro piano. Ma sarà mestieri
che i Romanow, se vogliono rimanere sul trono, cangino la loro politica e le loro tradizioni
religiose. Essi lascieranno da parte la loro ortodossia e la loro pretensione al papato scismatico,
ovvero, dall'assolutismo la Russia passerà al costituzionalismo sotto un'altra famiglia. È il metodo
abituale e conosciuto fra noi della massoneria ebraica. Lo si presenterà come l'unica risposta
possibile alle aspirazioni dei popoli in rivolta, il solo rimedio ai mali dello Stato, l'ostacolo più
energico ai furori del nichilismo. Sarà il consiglio del framassone e dell'ebreo, che avrà procurato di
aggravare anticipatamente i mali, di accendere le aspirazioni, di fomentare, comperare e pagare i
furori e le rivolte. La Russia allora sarà prontamente in sua mano e non si opporrà più a' suoi piani.
(Chi non sarà stupito nel vedere questi pronostici compiersi a puntino, venticinque anni dopo che
furono fatti e pubblicati ?)
"Quanto all'Austria, essa dev'essere smembrata e divorata dalla Germania. La sua volta verrà dopo
quella della Francia. Pel momento, una politica massonica la spinge dolcemente verso l'Oriente
coll'attrattiva di alcune spoglie turche. Si studia così di disinteressarla di ciò che si prepara, come si
fece al tempo degli smembramenti della Polonia. Aspettando i grandi colpi, Giudei e Massoni la
scattolicizzano e la minano quanto è loro possibile.
"L'Inghilterra è stata per lungo tempo lo strumento prediletto degli Ebrei. Al presente essa ha due
torti agli occhi loro: non può più servirli molto nei loro piani, e nelle sue classi superiori essa ritorna
al cattolicismo. Tempo verrà in cui i due colossi orientali, la Russia e l'Impero britannico delle
Indie, s'incontreranno. In questo tempo, il Giudeo - cercherà di fare colpo doppio. Egli si vendicherà
dell'aristocratica Inghilterra in via di convertirsi verso Roma, e sarà, là ancora, la verga che punirà
antiche prevaricazioni. Gli elementi rivoluzionari accumulati in seno della nazione inglese e che
non sono mai scoppiati perché la massoneria giudaica non ha voluto che scoppiassero, agitati in
questo momento in tutti i sensi, scoppieranno in modo formidabile. L'Impero delle Indie,
forzatamente abbandonato a se stesso dalla metropoli in fiamme, cadrà tosto sotto i colpi della
Russia. Il Giudeo avrà ottenuto un secondo successo: un'agglomerazione di popoli più
considerevole sotto un medesimo governo. Sarà allora molto vicina la dominazione universale.
"Direttore del governo, dell'amministrazione e di tutti i principali uffici nei due immensi imperi
dell'Occidente prussiano e dell'Oriente russo, qual difficoltà troverà egli a fonderli l'uno nell'altro
sia mediante una guerra, sia mediante un'alleanza? E quale impossibilità che uno dei membri delle
sue famiglie messianiche, forse da molto tempo supremo patriarca della massoneria, sia innalzato
sul trono del regno quasi universale, con Roma o Gerusalemme per capitale? Quanto tempo si
richiederebbe per la conquista del centro dell'Asia e per la soggezione delle due Americhe, divise,
messe sossopra e in parte fin d'ora dominate dagli Ebrei? Un tempo assai breve. Governare da
Gerusalemme e da Roma la grande colonia americana, non sarà più difficile di quello che oggidì
comandare da Londra all'impero indiano. Il mondo allora non avrà che un monarca. Gli Ebrei
vedranno in lui il loro messia glorioso. Egli li richiamerà tutti in Palestina, se già non fossero riuniti
in corpo di nazione. Sarà l'Anticristo.
"Se Dio lascia correre le cose del nostro tempo come procedono, chi potrebbe negare non esser
quello l'avvenire probabile e forse vicino? E quand'anche il Signore intervenisse per dare alla sua
Chiesa quel tempo di riposo che noi speriamo, quel periodo di calma, di trionfo morale e di
preparazione alle lotte supreme, chi sosterrà che i piani d'Israele, un istante interrotti e ritardati, non
saranno ripresi con maggior ardore e successo e non arriveranno a quest'esito finale?
"Poiché, noi sappiamo dalle Sante Scritture che il grande impero anticristiano deve riformarsi un
giorno sotto l'azione del principe delle tenebre. Ora, nella framassoneria, non havvi soltanto l'azione
umana del genio d'un popolo superiore, havvi di più l'azione reale di Satana. Essa possiede mezzi
naturali d'influenza fortissimi e numerosissimi; ma non avrebbe un'azione e successi così
irresistibili ed universali, se non fosse assistita da una forza superiore alla sua propria, da una forza
soprannaturale. Un'influenza satanica tutta speciale si estende oggi sul mondo. Ogni cattolico che
studia con riflessione gli avvenimenti contemporanei deve in ciò convenire. Quest'azione di Satana
è concentrata nella framassoneria ed opera per mezzo di essa".

Note:

(1) Barruel, to. V, p. 224.
(2) Citato da Thiers,
Histoire de la Révolution, to. IV, p. 434.
(3) Il governo delle loggie ha servito agli uomini della Rivoluzione di tipo per organizzare la
Francia. "Il governo della framassoneria - disse Ragon
(Cours philosophiques, pp. 7, 9, 377 e seg.),
era altra volta diviso in
dipartimenti, in loggie provinciali che avevano le loro suddivisioni.
L'Assemblea nazionale,
considerando la Francia come una grande loggia, decretò che il suo
territorio fosse distribuito secondo le
stesse divisioni. Le municipalità o comuni rispondono alle
loggie; esse corrispondono ad un centro comune per formare un cantone. Un certo numero di
cantoni, corrispondendo ad un centro nuovo, compongono un circondario o distretto, attualmente
una sottoprefettura, e più sottoprefetture formano un dipartimento. Le grandi loggie di provincia
avevano il loro centro comune nella Costituente". È l'abbozzo del modo onde sarà organizzata la
Repubblica universale. L'autore entra in molti particolari indicando il passaggio delle usanze
massoniche nell'ordine politico. "La maniera di prestare giuramento all'Assemblea nazionale, di
ottenere la parola, di chiedere un congedo, di sporger querela, di osservare l'ordine, è evidentemente
presa dalla framassoneria; solamente, nell'ultimo caso, il campanello del presidente sostituisce il
martello". Egli dice ancora: "Le sciarpe dei rappresentanti erano vere imitazioni degli ornamenti
massonici".
V.
Le Voile levé pour les Curieux, o il segreto della Rivoluzione rivelato con l'aiuto della
framassoneria, 1791, cap. III, pp. 56, 57.
Il F.
.. A. J. Regnier, in un discorso alle Conferenze massoniche di Lione, pronunciato il 22 maggio
1882, parimente disse: "Il regime repubblicano è
simile alle nostre istituzioni". E il Bulletin
maçonnique,
fascicolo di dicembre 1890, pp. 229, 230: "La preoccupazione costante della
massoneria è stata sempre di
condurre nell'ordine politico l'avvento della forma repubblicana, e
nell'ordine filosofico il trionfo del libero pensiero
. Si può dire ch'essa non è venuta mai meno alla
sua missione".
(4) Centro convenzionale.
(5) Nel novembre 1872, l'
Univers ricevette da fonte sicurissima una serie di comunicazioni molto
preziose intorno ad un conciliabolo delle società segrete tenuto a Locarno il 29-30 ottobre. Vi erano
rappresentati i Grandi Orienti di Roma, di Napoli, di Palermo, di Firenze, di Torino, di Genova.
Felice Pyat era delegato per la Francia, Kossuth per l'Ungheria, Klapka per la Svizzera, il generale
Etzel 
per la Prussia. Il generale Etzel presiedette. Egli disse: "Il signor di Bismarck è interessato più
che non si pensi a lavorare nel senso della democrazia.
Pel momento, la Germania rimane
forzatamente fuori del movimento repubblicano; ma la ragione è semplicissima: essa non ha
compiuta la sua unità
. Il gran cancelliere ha fatto una grossa bisogna, e, per quanto sia stimolato, ci
vuol del tempo. Ora, mentre la Francia, l'Italia, la Spagna, in una parola tutto il mondo latino sarà
nelle convulsioni d'una
trasformazione sociale, egli compierà più facilmente, crede egli, le
esecuzioni sovrane che ha meditate è darà l'ultimo colpo all'impero d'Austria. Fatto ciò, si vedrà la
Germania intera acclamare la Repubblica e mandare a spasso il suo imperatore".
Il generale Etzel aggiunse a queste comunicazioni: "Il Principe di Bismarck è con noi intieramente,
e il giorno in cui lo vedremo titubante, gli ritireremo la nostra fiducia. Egli lo sa benissimo".
(Les Sociétés secrètes
, II, p. 427).
(6) Nel numero del 20 agosto 1902, il
Gaulois ha riprodotto un articolo dell'Opinion nationale che
risale al mese di luglio 1866. Si applaudiva al trionfo della Prussia a Sadowa e si diceva: "Noi
siamo per lo smembramento dell'Austria, perché l'Austria è una potenza cattolica che deve essere
soppiantata dalla Prussia, baluardo del protestantismo nel centro dell'Europa. Ora,
la missione della
Prussia è di protestantizzare l'Europa, come la missione dell'Italia è di distruggere il Pontificato
romano.
Ecco le due ragioni per le quali noi siamo per l'ingrandimento della Prussia e dell'Italia".
"L'unità della Germania, diceva il
Siècle dal canto suo, è come l'unità dell'Italia, il trionfo della
Rivoluzione". La
Liberté appoggiava, anch'essa, la "Politica del predominio d'una Prussia
protestante in Europa".
Molto tempo prima, l'8 febbraio 1811, Giuseppe de Maistre avea scritto:
"La grande opera della setta in questo momento è la rovina del Papa" "OEuvres complètes, to. XII, p.
42).
Ciò che segue è stato pubblicato due anni più tardi da un gran numero di giornali, senz'alcun
richiamo di colui ch'era così messo in causa:
"Una sera, nel 1872, a Stoccolma, nel gabinetto del barone X..., noi eravamo quattro o cinque
discorrendo familiarmente. Tra noi trovavasi il signor de Giers, ambasciatore di Russia a
Stoccolma. Si parlava del soggetto che preoccupava ancora tutto il mondo: delle cause della disfatta
della Francia. Y... espresse l'opinione che la massoneria aveva rappresentato una parte importante e
poco lusinghiera".
Il de Giers prese allora la parola:
"Io non voleva - ei disse - affrontare il primo questa questione delicata, ma giacché è sollevata, io
posso affermarvi che conosco bene la parte che ebbe la F.
.. M... in questa guerra.
"Io era allora accreditato a Berna; vi era nella città un'agenzia perfettamente organizzata e
funzionante con una precisione veramente prussiana, per le informazioni che riguardavano la
ripartizione delle truppe francesi, il loro dislocamento, la quantità di munizioni, di viveri, ecc. ecc.,
e mille indicazioni dei più piccoli dettagli,
che Francesi affiliati alla F... M... comunicavano alle
loggie,
e, cosa strana, queste informazioni pervenivano con una rapidità prodigiosa, per mezzo di
dispacci cifrati, all'agenzia prussiana massonica di Berna.
"Io ho studiato a fondo questa colossale organizzazione per farne un rapporto dettagliato al mio
Governo.
"Era inverisimile, non è vero? Eppure, allora, niente di più vero e di più palpitante interesse.
"La nazione francese era stata, sembra,
condannata dall'Alta Massoneria internazionale, e né
miglior organizzazione militare, né talenti strategici, né bravura incontestabile delle truppe,
avrebbero mai potuto materialmente trionfare. Era una guerra di
ciechi con veggenti!"
Quest'accusa formulata così chiaramente e venendo da così alto, ha per se stessa un'eloquenza
troppo straziante perché sia mestieri di aggiungervi nulla.
Ma noi possiamo, noi
dobbiamo dimandarci: Che sarebbe se domani scoppiasse un'altra guerra?
(7) Parlamento.
(8) Il D
r Chrysander, confidente di Bismarck, fece stampare questa frase del suo amico: "Il
Congresso di Berlino, fu il solo errore grave della mia carriera. Io avrei dovuto, in quel momento,
lasciare alle prese la Russia e l'Inghilterra, che si sarebbero divorate a vicenda fino alla coda: in
questa occasione ho fatto della politica come un consigliere municipale".
(9) Il conte d'Arnim si spiegò sopra ciò con una chiarezza che nulla lascia a desiderare.
Ambasciatore a Parigi, non voleva obbedire a Bismarck che gli ordinava di adoperarsi pel trionfo
dei partiti di sinistra. "Bismarck mi ha colpito - egli scrisse dopo la sua disgrazia e il suo processo -
perché mi son rifiutato di affrettare l'arrivo di Gambetta al potere".
(10) Paolo Dahn, esplorando la situazione dell'Austria-Ungheria e facendo il rilievo dei diversi
elementi che vi trova, ostili o favorevoli all'Alemagna, scrisse nel
Deutschland nack Osten:
"Bontoux inquietava Bismarck più che un'armata di 300,000 uomini. Che cosa non disse dell'opera
grandiosa di Cecil Rhodes, il Napoleone del Capo? Bontoux ci guadagnava, senza tirare un colpo di
fucile, l'Austria-Ungheria e i Balcani e l'Oriente. Egli marciava a passi di gigante, non al sogno, ma
all'attuazione di questo piano saggiamente concepito. È Bismarck che l'ha spezzato cogli applausi
dei Francesi rapiti da questa disfatta del clericalismo!"
(11) Bidegain,
Le Grand-Orient de France. Ses doctrines et ses actes, p. 114.
(12) V.
Le Soleil del 14 febbraio 1902.
(13) L'affare Dreyfus, allorché sarà perfettamente rischiarato, aggiungerà una nuova e fortissima
prova a quest'affermazione. Il processo intentato nel corso della revisione a Rollin, François,
Mareschal e Dautriche, ha stabilito che un gran numero di carte dell'incartamento furono distratte
dalla fine del mese di maggio ai primi giorni di agosto 1904. Queste carte consistono in una
collezione di documenti, di lettere venute fuori dall'agenzia Austerlitz e che non furono comunicate
al comandante Piérat, il traduttore della Scuola di guerra. Ora, durante questi due mesi, queste carte,
d'una importanza capitale, rimasero alla disposizione del comandante Pasquier, il collaboratore del
F.
.. Vadecard.
(14) La Monarchia avea formato la Francia provincia a provincia, la Repubblica la disfà brano a
brano. Dopo le perdite qui sopra enumerate, verrà quella dell'Indo-Cina: il tutto cogli applausi d'una
maggioranza massonica.
(15) Noi vediamo il governo della Repubblica francese, sotto l'impulso degli Ebrei, esser giunto a
sprezzare il protettorato dell'Oriente. Perché? Per lasciar libero il campo alle operazioni degli Ebrei
in Terra Santa.