Dio ci attende. Fa parte dell’Amore attendere l’amato con la porta socchiusa.
L’amore che attende avverte il più lontano profumo dell’amato e quando egli è arrivato,
Lui gli prende i piedi nelle mani, gli toglie i sandali.
Il Signore ama così i suoi piccoli: gli zoppi, i ciechi, gli storpi,
gli afffaticati, gli oppressi; dona loro ristoro e rifugio,
li fa trattenere sotto il suo tetto che ha le tegole di Carne,
li fa riposare sul giaciglio del suo Cuore.
Tutti siamo invitati a salire piano piano qualche gradino ed entrare,
senza bussare, perché Qualcuno ci attende … dentro
La prima parola della Sacra Scittura è: ἐν/in “In principio” Gn 1,1 ἐν ἀρχῇ (en arche^)
ἐν appare nel primo capitolo di ciascun Vangelo
“Nel ventre” (di Maria) Mt1,18 εν γαστρι
“Nel deserto” Mc1,3 εν τη ερημω
“In mezzo a noi” Lc1,1 εν ημιν
“In principio” Gv1,1 ἐν ἀρχῇ
dal greco
Delle 18 preposizioni della lingua greca, ἐν è la più usata nel Nuovo Testamento
εν (2571 volte) εις (1767) εκ (914) επι (810) προς (747)
δια (666) απο (645) κατα (473) μετα (468) περι (332)
υπο (220) παρα (194) υπερ (150) συν (128 ) προ (47 )
αντι (22) ανα (13) αμφι (non attestato)
“..Chi ha sete venga a me e beva, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno.” Gv 7, 37-38.
L’espressione “acqua viva” usata nel Vangelo di Giovanni è unica in tutto il NT ; il Signore parla di una “acqua vivente”, non stagnante, efficace ed attiva. (verbo greco zao^)
Questa acqua possiede la vita: non quella biologica, ma quella che Dio, il Vivente, ha in Se Stesso, assoluta e sovrabbbondante
Dal greco
acqua vivente: che ha potere vitale in sé e lo esercita sull'anima z£w (zaô) vivere, respirare, godere la vera Ζωη zoe^ vita in senso pieno Ψυχη psuche^ vita della mente Βιος bios vita del corpo,vita fisica
“acqua , quella vivente” Gv 4,11
Solo Lui è il compagno del nostro camminare, il nutrimento lungo la via, solo Lui quando siamo stanchi, ci fa riposare sul suo petto e ci copre con il suo mantello. Facciamo tacere la nostra mente, togliamo ogni pensiero, doniamo al Signore il nostro silenzio, poggiamo la fronte sul Suo petto come oggetti smarriti, smarriti dagli altri e da noi stessi, riprendiamo il muto colloquio con Lui, ritorniamo sul suo cuore.
“Infatti noi che abbiamo creduto possiamo entrare in quel riposo, ...”Ebr 4,3
“Quel riposo” è un dono ed un premio: è l’approdo felice per chi ha spezzato i legami con le cose vecchie ed è anche la pausa necessaria per poter contemplare la bellezza dell’aver creduto. Bisogna camminare, per entrare in questo luogo dove il vento si calma.
dal greco
Καταπαυσις (katapausis) riposo, quiete, tranquillità . Attivamente: il far cessare.
Cfr verbo παυω(pauo): faccio cessare, metto fine, calmo, desisto, rimuovo da
La parola “riposo” ha nella sua radice verbale il significato fortemente attivo di: far cessare, mettere fine.
Il Cuore di Gesù è il nostro alveare, lì è la nostra celletta dove deporre il miele, lì il nostro formicaio dove deporre le nostre briciole, il luogo dove accumulare i nostri piccoli tesori e metterli al sicuri, il nostro rifugio, il nostro tempio, la nostra immensa cattedrale. Nessun luogo della terra, dei cieli, del mare e del sottoterra è così pieno di delizie; è l’unico luogo dove attingere e custodire l’Amore, uscire dal tempo, saziarci di giustizia, addormentarci nella pace, dove ciascuno può ritrovare tutto ciò che ha smarrito, tutto ciò che non ha più e tutto ciò che desidera, il rifugio per chi ama, il posto che Giovanni il discepolo prediletto ha scaldato con il suo capo per lasciarlo, ancora caldo, agli amici del Signore.
“Ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti ,…” Gal 4,9
“Conosciuti da Dio”: non nel senso di esaminati ( επισταμαι epistamai ) ispezionati, scrutati, come oggetti di studio, estranei all’amore, ma “conosciuti” teneramente, sentendo sopra di noi lo sguardo innamorato di Dio. “Conosciuti” (γινωσκω ghinosko^) per aver “permesso” a Dio di intimizzare con noi e per averGli mostrato il nostro cuore, così com’è.
Si tratta di una conoscenza profonda e intima, più che quella fra due sposi.
dal greco
Γινωσκω ghinosko^ conosco intimamente , affettivamente
επισταμαι epistamai conosco “intellettualmente”
Leggere e meditare ciò che gli autori sacri hanno scritto di Gesù è vivere di Lui e con Lui. Immergiamoci nello studio della sua Parola e rimaniamo dentro questo campo fiorito, questo giardino di pace e diventiamo piano piano discepoli del Signore. Gli innamorati di Gesù si collocano nel posto più vicino a Lui, rimangono attaccati al suo mantello e lo guardano: sulla riva del lago, fra la folla, nelle case dove Lui è ospite, allo sposalizio di Cana, dentro le barche, sull’asinello che Lo porta a Gerusalemme, fra le donne che lo seguono dalla Galilea, sul Calvario.
“ Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli…” Lc 12,1
Nel NT il verbo “calpestare” è riferito a qualcosa che viene danneggiato:
la semente calpestata sulla strada, le perle da non dare ai porci perché le calpesterebbero, il sale calpestato dagli uomini, il castigo per chi avrà calpestato il Figlio di Dio.
Nel Vangelo di Luca il verbo, usato in una forma di riflessivo -vicendevole, perde ogni senso dispregiativo e “dipinge” l’ammassarsi della folla, che è mossa da un desiderio comune.
Le migliaia di persone si calpestano, per poter vedere, anche se da lontano, l’Uomo più straordinario di tutti i tempi.
dal greco
Καταπατεω (katapateo^) calco, pesto, calpesto.
Solo 5 volte nel NT : (Mt5,13) (Mt7,6) ( Lc8,5) (Lc12,1) (Ebr10,29)
e 1 volta in Isaia ( 10,6)
Tutto ciò che è scritto su Gesù è come una tavola imbandita, ricca di cibi succulenti. Non è forse il Signore colui che intinge nel piatto il boccone per i suoi amici, ed anche per chi lo tradisce? Chi Lo ama ha bisogno del suo nutrimento, cerca il suo sapore e il suo cibo; questo sapore riguarda l’anima, ha il gusto della pace della gioia del perdono e non si può descrivere, come non si potrebbe fare un pranzo a base di nuvole e di stelle né si potrebbe dire che sapore ha il vento.
“…tutto il popolo pendeva dalle sue parole.” Lc 19,48 Il verbo “pendeva” è usato una sola volta in tutto il NT ed esprime la assoluta unicità delle “parole” di Gesù. L’aoristo indicativo fissa l’immagine in un tempo indeterminato, come di una immagine dipinta, che pur si muove.
dal greco
™kkršmamai ekkremamai ™xekršmato exekremato pendere da labbro
cfr: krem£nnumi kremannymi appendere sospendere, pendere, essere sospeso,mettere in croce
Non dimentichiamo mai che Colui che noi amiamo è il Re della gioia, cantiamo inni, solleviamo lo sguardo a Lui.
“State sempre lieti,…” 1 Ts 5,16
Cos’è questa letizia? Quale comando è questo? L’invito a rimanere nella letizia è espresso dal verbo greco χαιρω chairo^: rallegrarsi, essere contento. Questo verbo è usato nei saluti, all’inizio di lettere e in modo specialissimo, dall’Angelo Gabriele, che porta l’annuncio alla Vergine Maria e la invita a rallegrarsi.
dal greco
Παντοτε pantote: in ogni tempo, sempre, per sempre.
Χαιρετε chairete: imperativo presente di καιρω: mi rallegro
Sta arrivando, arriva l’aurora sul nostro pianto. Nell’attesa mettiamo ordine nelle nostre cose, nella nostra vita: ripieghiamo bene le coperte dentro la tenda del nostro cuore.E’ tempo questo di fare ordine, l’ordine crea la pace, genera silenzio. Nell’ordine il cuore si riposa, si rigenera dalle fatiche, ritrova tutti i suoi spazi dove pulsare nella libertà e nella fecondità di pensieri e preghiere.
Fonte: http://radiospada.org/