Qualche giorno fa, passeggiando tranquillo, mi sono imbattuto in due testimoni di Geova. Loro mi chiamano, io mi fermo, sapendo già come sarebbe andata a finire, cioè male. Neanche a dirlo, si mise a piovere, di una pioggia fitta e gelata. Loro erano senza ombrello, io ne avevo uno, sebbene piccolo, e così per cristiana carità lo aprii e ci mettemmo tutti e tre sotto. Il più giovane, approfittando dell’occasione, mise fuori la sua brava traduzione del nuovo mondo e cominciò a leggere i soliti passi che, secondo loro, smonterebbero la dottrina cattolica. Di tutta quella conversazione, sinceramente non ricordo più nulla.
O quasi. A una certa, il giovane geovista mi fa: “Ma perché voi cattolici non credete alla vostra Bibbia? Sta scritto anche nella CEI che i morti risorgeranno nella carne e voi non ci credete!" Al che ribatto: "Ma guardi che noi nel Credo diciamo: Credo la risurrezione della carne...". E lui: "Molti cattolici mi hanno detto che si va in paradiso e basta, si vede che nemmeno voi sapete in cosa credete, e volete convincere gli altri di essere nella Verità?". Come spiegare a quei geovisti della crisi massonico-conciliare della Chiesa Cattolica? Impossibile, ho potuto solo sorridere e tacere. Effettivamente, come possiamo noi cattolici donare al mondo la gioia del vangelo, se noi siamo i primi a non conoscerlo per davvero?
Ma non è questo il punto. Scrivo questo articolo per smontare una grande bufala che circola nelle sette protestanti e quelle che da esse hanno avuto origine, fino ad arrivare quindi a Mormoni, Avventisti e Geovisti, e che spiega il motivo per cui tutti questi hanno una versione della Bibbia differente da quella unica della Chiesa Cattolica. Loro mi chiedono prove bibliche sul Purgatorio (a cui loro ovviamente non credono), ed appena mi sentono nominare il libro dei Maccabei il più anziano quasi si irrita, dicendo: “Cosa!? Ma i libri dei Maccabei non sono canonici, sono eretici per gli stessi ebrei!” e, strano ma vero, quasi mandandomi a quel paese, mi saluta e se ne va, trascinando con sé il giovane, e lasciandomi solo sotto quella pioggia ghiacciata.
Tornai a casa. Mi misi a fare ricerche sui cosiddetti libri deuterocanonici (e non eretici) della Scrittura, questo articolo ne è il sunto. Mentre il canone cattolico è composto di 73 libri, quello protestante è composto di soli 66 libri.
Vediamo allora perché Martin Lutero, padre della Riforma protestante, decise di cancellare alcuni libri dal canone veterotestamentario.
Elenco dei Libri rimossi:
- Giuditta
- Tobia
- 1Maccabei
- 2Maccabei
- Sapienza
- Siracide
- Baruc
- Ester
- Supplementi a Daniele e Geremia
E’ preoccupante constatare come Lutero si affidò alla tradizione biblica dei Farisei, coloro che condannarono Gesù Cristo a morte, piuttosto che attenersi alla tradizione apostolica rifacentesi proprio alla versione biblica dei Settanta.
Infatti il Nuovo Testamento è pieno di riferimenti agli scritti deuterocanonici, smontando vergognosamente l’eresia luterana e, più in generale, protestante o riformata. Analizziamo questi passaggi.
- La strage degli innocenti compiuta per mano di Erode e narrata in Matteo 2,16 è profetizzata in Sapienza 11,7:
“Invece della corrente di un fiume perenne, sconvolto da putrido sangue in punizione di un decreto infanticida, tu desti loro inaspettatamente acqua abbondante, mostrando per la sete di allora, come avevi punito i loro avversari”
L’acqua abbondante a cui il libro fa riferimento è, ovviamente, Gesù Cristo, in risposta a quella inutile strage. Il Cristo stesso infatti si definì sorgente di acqua viva (Giovanni 4,10; Apocalisse 22,17). - L’insegnamento di Gesù in Matteo 6,19-20, dove è scritto di accumulare tesori in Cielo, è il chiarimento di quanto scritto in Siracide 29,11: “Sfrutta le ricchezze secondo i comandi dell'Altissimo; ti saranno più utili dell'oro”
- La regola d’oro di Gesù in Matteo 7,12 – “fa’ agli altri quel che vuoi sia fatto a te” – era già anticipata in Tobia 4,15: “Non fare a nessuno ciò che non piace a te”
- In Matteo 7,16-20, Gesù insegna a riconoscere gli alberi dai frutti, così come in Siracide 27,6 è scritto: “Il frutto dimostra come è coltivato l'albero, così la parola rivela il sentimento dell'uomo”
- Le persone descritte come pecore senza pastore in Matteo 9,36 sono le stesse di Giuditta 11,19: “Tu li potrai condurre via come pecore senza pastore e nemmeno un cane abbaierà davanti a te”
- In Matteo 12,42, Gesù stesso fa riferimento alla Sapienza di Salomone: “La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone!”
- In Matteo 22,25; Marco 12,20; Luca 20,29, alcuni sadducei decidono di mettere alla prova Gesù chiedendogli a quale di sette fratelli morti senza eredi andrebbe in moglie una donna che li sposò tutti nella speranza di un figlio. Interessante notare quanto scritto in Tobia 3,8: “Bisogna sapere che essa era stata data in moglie a sette uomini e che Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: 'Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto godere'”. I sadducei si rifanno evidentemente a questo episodio e gli evangelisti ne riconoscono la canonicità. E’ interessante anzi notare che gli avversari di Cristo si rifanno proprio ad uno stratagemma satanico per tentare di mettere in difficoltà il Signore.
- L’abominio della desolazione profetizzato da Cristo in Matteo 24,15 è anche presente in 1Maccabei 1,54 e in 2Maccabei 8,17. In particolare, il primo dei versetti citati dà un’ulteriore idea di ciò che l’Anticristo farà nel compiere tale abominio, ossia l’edificazione di una statua idolatrica: “Nell'anno centoquarantacinque, il quindici di Casleu il re innalzò sull'altare un idolo. Anche nelle città vicine di Giuda eressero altari”
- La beffa dei capi dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani in Matteo 27,43 è profetizzata in Sapienza 2,18: “Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà, e lo libererà dalle mani dei suoi avversari”.
- Una frase di Maria nel Magnificat (Luca 1,52) è tratta da Siracide 10,14: “Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti, al loro posto ha fatto sedere gli umili”
- Gesù che chiama Dio Suo Padre (Giovanni 5,18) segue quanto scritto in Sapienza 2,16, dove sono profetizzate le parole dei calunniatori del Cristo: “Moneta falsa siam da lui considerati, schiva le nostre abitudini come immondezze. Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre”
- La festa ebraica della Dedicazione, Channukah in ebraico, citata in Giovanni 10,22, fu istituita da 1Maccabei 4,59: “Poi Giuda e i suoi fratelli e tutta l'assemblea d'Israele stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione dell'altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto giorni, cominciando dal venticinque del mese di Casleu, con gioia e letizia”
- La citazione di San Paolo in 1Corinzi 2,16 riprende il versetto di Sapienza 9,13: “Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?”. Ricordiamo che San Paolo fu formato alla scuola di Gamaliele, rabbino e fariseo (cfr. Atti 22,3), a dimostrazione che i farisei, prima dell’avvento di Gesù, credevano nella canonicità dei libri cosiddetti deuterocanonici.
- L’affermazione di Paolo in 1Corinzi 15,29, la quale dice che se non c’è resurrezione non avrebbe senso battezzare i nostri corpi corrotti, segue 2Maccabei 12,43-44: “Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti”
- L’armatura della Fede descritta da San Paolo in Efesini 6,13-17 si rifà in parte a Sapienza 5,17-20: “Egli prenderà per armatura il suo zelo e armerà il creato per castigare i nemici; indosserà la giustizia come corazza e si metterà come elmo un giudizio infallibile; prenderà come scudo una santità inespugnabile; affilerà la sua collera inesorabile come spada e il mondo combatterà con lui contro gli insensati”
- I sette spiriti che sono dinanzi al trono di Dio, ossia i sette Arcangeli, di Apocalisse 1,4 sono citati anche in Tobia 12,15 per bocca del santo Arcangelo Raffaele: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore”
Gaetano Masciullo [per altri articoli cliccare qui] (http://radiospada.org/)