domenica 31 luglio 2016

A proposito di Crociate e terrorismo islamico

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Fonte: http://www.radiospada.org/

Data la grande confusione che dilaga nel mondo cristiano sulle spedizioni in Terra Santa, per gentile concessione dell’Autore pubblichiamo un breve capitolo tratto dall’ultimo libro Quello che i cattolici devono sapere – Almeno per evitare una fine ridicola. Il contributo è giunto circa 48 ore prima del terribile attentato di Nizza, alla luce del quale acquista ancor più attualità. [RS]

 Crociate

di Agostino Nobile

Nonostante siano state pubblicate numerose ricerche storiche documentate che smontano il luogo comune sulle crociate, siamo costretti a sentire e a leggere lo stesso ritornello sui media e nelle reti internet: le crociate partirono verso l’oriente per interessi economici; l’Islam pacifico fu attaccato nella propria terra dalla brutale aggressione cristiana. Capi di Stato, come l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, sono convinti che gli attacchi terroristici in occidente sono una risposta alle  crociate. La fantasia e l’ignoranza degli statisti attuali è davvero disarmante. I buddisti della Thailandia e gli induisti dell’India, non hanno mai fatto crociate, ma le bombe e i morti causati dagli islamisti in queste terre non hanno fine. Ma non bisogna andare in Asia per confutare i commenti grotteschi di questi politici. Seguendo questo bizzarro ragionamento, gli europei avrebbero ragioni valide per seminare morte in terra germanica, per le mattanze operate nel secolo scorso dai soldati teutonici. Ma anche un napoletano e un siciliano che imbracciano Kalashnikov per fare strage di piemontesi avrebbero motivi da vendere. Senza contare che pure gli indiani d’America (seguendo lo stesso ragionamento), avrebbero tutte le ragioni del mondo se iniziassero a terrorizzare chi gli ha rubato le terre e sterminato gli avi. Ma per quanto riguarda i musulmani, nemmeno questa terribile logica dà loro ragione. Infatti non sono stati i cristiani che hanno occupato le terre dei musulmani, ma quest’ultimi che hanno ucciso e cacciato i cristiani che vivevano in Medio Oriente da sei secoli prima dell’avvento dell’Islam. Dunque, in realtà, le ragioni pacifiche e violente degli islamisti appartengono ad una logica prettamente religiosa: sottomettere e umiliare il mondo non musulmano, per volere di Allah.
Gli storici e i documenti dell’epoca ci dicono che gli stessi musulmani per secoli hanno considerato le spedizioni dei cristiani una guerra contro i Franchi, e non uno scontro di religioni. Solo dopo la fondazione dello stato di Israele, i musulmani hanno iniziato a utilizzare la definizione crociata, creata in occidente. Tra i primi autori della calunnia sulle spedizioni crociate troviamo lo storico luterano Johann Lorenz von Mosheim (1693-1755), seguito dagli Illuministi. Nell’800 e nel ‘900 gli storici marxisti hanno sviluppato la leggenda aggiungendo altri falsi storici che sono stati divulgati nei testi scolastici e nei mezzi di comunicazione.
Avvicinandoci seriamente alla Storia possiamo constatare che la definizione crociata è stata coniata nel ‘700, le spedizioni in Terra Santa in realtà erano considerate pellegrinaggi per legittima difesa. J. Riley-Smith, considerato uno dei maggiori esperti anglosassoni, a proposito della leggenda che considera i crociati come uomini senza scrupoli che partivano al fine di arricchirsi, scrive: «Sarebbe stato un gioco d’azzardo stupido liquidare i beni patrimoniali per investire dopo una marcia di tremila chilometri a Oriente (…) Ha più senso supporre che i crociati, in particolar modo le famiglie dei crociati, fossero motivati da idealismo. (…) Dietro a molti crociati stava un gran numero di uomini e donne, disposti a sacrificare i loro interessi per aiutarli a prepararsi a partire». (Breve storia delle crociate ed. Mondadori). Ma la principessa e storica bizantina Anna Comnena (1083-1153), non utilizza condizionali o supposizioni, anche perché, essendo testimone oculare, ne sa molto di più dello storico britannico. Nella sua Alessiade descrive come nella prima crociata indetta da papa Urbano II, si mobilitarono anche le donne con i loro figli: «Si produsse allora un movimento di uomini e di donne come non si ricorda di averne mai visto l’uguale: le persone più semplici erano davvero animate dal desiderio di venerare il Sepolcro del Signore e di visitare i Luoghi Santi. […] L’ardore e lo slancio di questi uomini era tale, che tutte le strade ne furono coperte; i soldati franchi erano accompagnati da una moltitudine di gente senz’armi più numerosa dei granelli di sabbia e delle stelle del cielo, che portava palme e croci sulla spalla: uomini, donne e bambini che lasciavano i loro paesi». Certo, ingenui, ma di grande amore per Gesù Cristo. Ma quale sconfinata perfidia dovevano avere quei calunniatori che, nonostante questi eventi strazianti, hanno divulgato le menzogne più meschine?                                                                                                Prima di continuare, dobbiamo ricordare che le famigerate cinture di castità non esistevano nei secoli delle crociate e nemmeno nel resto del Medioevo. Sembra che la leggenda sia opera del positivista britannico Eric J. Dingwall (1890 -1986), famoso  per i suoi libri di sessuologia e per i suoi interessi sul paranormale, ma già prima di lui non pochi mattacchioni si sono adoperati per divulgare questa bufala. Comunque sappiamo per certo che le cinture di castità oggi in mostra nei musei, sono state prodotte nel ‘800  per ovvi motivi diffamatori. Solo alla fine del ‘900 i responsabili dei musei francesi e britannici si sono resi conto che si tratta di falsi risalenti al XIX secolo. Ma nonostante questa evidenza in non pochi musei internazionali le cinture di castità sono sempre in bella mostra.
Le terre cristiane furono conquistate dai musulmani subito dopo la morte di Maometto, mentre la prima crociata è avvenuta nel 1095, dunque circa quattro secoli dopo l’invasione islamica. La decisione che coinvolse la Cristianità, fu la risposta alle continue violenze inflitte ai cristiani e alla distruzione dei luoghi sacri in Terra Santa. Già nel 1009 il califfo al-Hakim bi-Amr scatenò una brutale repressione contro i cristiani, dove anche le tombe dei cristiani furono devastate. La domenica 13 agosto fece abbattere la chiesa dedicata a Maria ad al-Qantarah, nel vecchio Cairo. Ma l’episodio che provocò la reazione della Cristianità fu la distruzione della Basilica della  Risurrezione di Gerusalemme. Fu una persecuzione e una distruzione continua, i musulmani cercarono di rimuovere anche il Santo Sepolcro, distruggendone gran parte.
Come prova che confermerebbe la violenza dei crociati, gli autori della leggenda nera utilizzano il sacco di Costantinopoli per mano della Quarta crociata. Certamente è una macchia indelebile delle spedizioni, ma la Chiesa non ha nessuna responsabilità. Al contrario. Papa Innocenzo III, sapendo che alcuni nobili di spicco, capi della crociata, erano intenzioni a detronizzare l’imperatore bizantino per imporre suo fratello Alessio Angelo, scrisse loro una lettera molto chiara, riportata dallo storico Thomas F. Madden nella sua ricerca Le Crociate – ed. Lindau. : «Che nessuno di voi si convinca sconsideratamente di poter occupare o saccheggiare territori greci con la scusa che essi mostrano scarsa obbedienza alla Sede Apostolica, o perché l’imperatore bizantino ha deposto suo fratello, lo ha accecato e ne ha usurpato l’Impero». Quando i nobili Bonifacio di Monferrato, Baldovino di Fiandra, Luigi di Blois e Ugo Saint-Pol decisero di fare di testa propria «centinaia di soldati defezionarono disgustati, dirigendosi da soli verso la Terrasanta». Altre centinaia se ne tornarono a casa e chi rimase «non era certo contento». I nobili che guidavano la Quarta crociata, che avrebbe dovuto trovarsi in Terrasanta, violarono il giuramento e la minaccia di scomunica del Santo Padre. Quando papa Innocenzo III seppe dei massacri «arrossì di vergogna». Dunque, una pagina nera che non può essere addebitata alla Chiesa. Tra l’altro, bisogna aggiungere che i continui tradimenti dei Basileus bizantini, i quali tramando spesso con i musulmani determinarono sofferenze e morte tra i crociati, accentuarono l’odio dei più fanatici.
Per avere un quadro completo delle spedizioni crociate non possiamo fare a meno di leggere  la ricerca di Rodney Stark Gli eserciti di Dio (Lindau 2010). Prima di addentrarsi nelle cuore delle vicende, corredate da documenti e lettere dei personaggi principali, Stark smonta quei luoghi comuni che vogliono i musulmani pacifici e i cristiani rozzi e violenti. Menzogne talmente radicate da ingannare – come sottolinea Stark – capi  di stato e religiosi cristiani. La Terra Santa, per i cristiani di quegli anni, era molto più importante di quanto siano stati per noi le torri del World Trade Center abbattute l’11 settembre 2001 e l’attacco al Pentagono, ed era molto più umiliante del terrorismo nelle città occidentali. Se a noi turba l’idea di morire ammazzati mentre andiamo a lavorare o mentre siamo seduti al caffè, i nostri antenati erano sconvolti dal fatto che non avrebbero potuto mai più visitare i luoghi dove è nato Gesù Cristo, accogliendo con orrore la notizia sulla distruzione dei luoghi sacri e del Santo Sepolcro.
La ricerca di Stark affronta anche gli aspetti culturali e scientifici delle due religioni, già noti a tutti gli storici, ma ignorati dal grande pubblico. Per esempio, pochi sanno che «dopo la conquista islamica dell’Egitto, del Nord Africa e dalla Spagna, da tutte queste terre scomparve la ruota». Che i numeri arabi in realtà sono indiani, che l’architettura come le scienze erano sviluppate e gestite dai cristiani ed ebrei colonizzati e non dagli invasori. Per fare solo due esempi. In Spagna l’arco moresco era presente un secolo prima dell’invasione araba; l’ Alhambra di Granada è stata realizzata da architetti cristiani e ebrei.
Per quanto riguarda le prove che confermano i motivi della reazione cristiana alla violenza musulmana, si apprende, tra l’altro, che lo storico siriaco del XII secolo al-‘Azimi «riconosce che nel 1093 i musulmani della Palestina impedirono ai pellegrini cristiani di raggiungere Gerusalemme. Secondo lo stesso al-‘Azimi furono proprio i racconti dei pellegrini sopravvissuti e ritornati in patria a causare l’inizio delle prime crociate». I soprusi esistevano da anni, come le tasse esose per chi non si convertiva all’Islam, o l’obbligo per i cristiani di portare al collo una croce di circa due chili, come accadeva nel periodo in cui salì al trono il sesto imam al-Hakim. Dunque, le crociate furono la reazione contro gli invasori violenti che distruggevano i luoghi sacri e tormentavano i cristiani che vivevano in quelle terre da sei secoli prima del loro arrivo.
Le crociate fanno parte di un movimento popolare mosso dallo spirito di fedeltà al Vangelo, che come unico fine aveva la liberazione della Terra Santa. Negando questa realtà, i nostri governi, gli pseudo storici di sinistra e i testi scolastici tradiscono chi ha difeso la Cristianità e l’Europa.

Agostino Nobile è autore di: “Quello che i cattolici devono sapere – Almeno per evitare una fine ridicola” e “Anticristo Superstar