lunedì 23 gennaio 2012

CHE COSA E' LA RIVOLUZIONE E CHE COSA VUOLE:Estratto dal libro del Sac. ARTURO COLLETTI "LA CHIESA DURANTE LA REPUBBLICA LIGURE", Capitolo I°.


Disse Papa Pio IX: « La Rivoluzione è ispirata da Satana, il quale vuole con essa distruggere, da capo a fondo, l'edificio del Cristianesimo e ricostruire su queste rovine l'ordine sociale del paganesimo » (Enc. « Quanta cura », 8 dicembre 1849).
Il Gaume nella introduzione al suo libro La Révolution scrive: « Se strappandole la maschera, chiedete alla Rivoluzione: Chi siete voi? essa risponderà: Io non sono nè il Carbonarismo, che cospira nell'ombra, nè il cangiamento delle monarchie in repubbliche, nè gli urli dei giacobini, nè i furori della montagna. Questi uomini,
queste cose son fatti passeggieri; io sono lo stato permanente.
Queste cose sono opera mia, non io; sono miei figli, non io. Io sono l'odio d'ogni ordine religioso e morale stabilito da Gesù Cristo ».
Disse il Freppel: « La Rivoluzione è il regno sociale di Cristo distrutto: Dio cacciato dalla convivenza umana sì che nelle leggi e neì costumi, nella vita pubblica e privata non ne resti vestigio. E' l'uomo ridotto alla vita presente, che rinunzia all'eterna, ed ogni cosa divina disprezza ed irride.
L'uomo, secondo il concetto che ne dà la Rivoluzione, non solo ignora Iddio, ma la fede in lui chiama illusione ed inganno; fa di sè stesso dio ed il suo volere principio d'ogni autorità, e la sua ragione d'ogni legge.
Rivoluzione significa, in tutta la forza della parola, rivolta: e l'anticristo, il ribelle, l'homo peccati, il filius perditionis, che la dovrà compiutamente rappresentare, inciterà i seguaci al supremo assalto contro Iddio con le parole: « Dirumpamus vincula eorum, et projiciamus a nobis jugum ipsorum » (Ps. 2).
Nella Rivoluzione c'è dunque qualche cosa più profonda e terribile che non una semplice mutazione di regime politico. Sulla sua bandiera essa ha scritto: O libertà o morte! e noi sappiamo di che lagrime questa grondi e di che sangue. La Rivoluzione annienta e rialza le monarchie e le repubbliche, la libertà e l'assolutismo, secondo che le giovi, copre il mondo di rovine, e lo inonda di sangue, pur di giungere alla sua meta. La Rivoluzione parla di libertà, ma non ci fu nei secoli tirannia sì disumana ed empia che possa uguagliare la Rivoluzione.[5]
Per sè qualunque forma di governo si concilia col Vangelo. La Chiesa perciò è indifferente, e accetta e promuove o l'una o l'altra secondo che lo richieda il momento storico e la giustizia e il bene sociale. Nel 1792 Pio VI difendeva in Francia la monarchia; nel 1892 Leone XIII inculcava ai cattolici francesi l'adesione alla
repubblica.
La Rivoluzione, movendo il primo passo, volle abbattere la monarchia cristiana. E ciò fece per tre motivi: 1°) Per suscitare il disordine e la sommossa fuori della quale non vive; 2°) Per privare la Chiesa d'ogni pubblica difesa; 3°) E per avere i pubblici poteri in sua balia, onde portare gli Stati e i popoli all'apostasia.
E ad abbattere la monarchia due mezzi prescelse: 1°) Inimicarla colla Chiesa, perchè non c'è nulla, che più di questo scalzi il fondamento dei troni e tolga ad essi ogni sostegno e umano e divino; ossia l'amore e il consenso dei popoli e la protezione di Dio; 2") Sobillare i popoli contro gli abusi, perchè non c'è nessun governo, per quanto savio e temperato, che per le condizioni degli uomini e dei tempi, ne sia totalmente immune.
Ed ormai non c'è più consiglio e potenza umana, che possa arginare la travolgente piena della Rivoluzione, la quale ha invaso l'universo e sommerse le nazioni. E per cantare piena vittoria solo aspetta, e se ne fa sicura, d'avere annientata la Chiesa; e lo crede imminente; e non sa e non cura la parola del Figliuol di Dio: Non
praevalebunt, che pure sono un decreto eterno della onnipotenza divina, che ha messo a scopo del genere umano e della sua storia la gloria di Gesù Cristo nella sua Chiesa. Dall'esperienza dei secoli, che pure dovrebbe illuminarla, la Rivoluzione soltanto acquista un odio più cupo, una più scaltra malizia, un più feroce proponimento.
La Rivoluzione è l'azione continua di Satana nel mondo. Esso ha meditato in principio, e non mai abbandona l'empio disegno di ribellare il genere umano a Dio e di farsene padrone. Con incredibile tracotanza disse a Gesù Cristo nel deserto: « Io ti darò la gloria e la padronanza di tutti i regni della terra, conciossiachè a me
sono stati dati, ed io li dò a chi mi pare. Tibi dabo potestatem hanc et gloriam, quia mihi tradita sunt, et cui volo, do illa » (Luc. 4- 6). Egli vorrebbe dunque disporre del mondo come se ne fosse l'assoluto padrone; e cacciare Iddio, Se gli fosse possibile, dalla natura e dalla storia, dalla mente e dal cuore degli uomini.
Il laicismo, nel suo pieno significato, è la bandiera ch'egli appunto ha posto in mano alla Rivoluzione; è la parola d'ordine, che compendia le sue mire. Donde viene escluso Iddio, ivi egli regna.[6]
E perciò quanti insegnano l'ateismo e l'indifferentismo dello Stato, e 1'aconfessionalismo politico, economico e sociale, lavorano, anche senza saperlo, agli ordini di Satana, perchè cooperano in vari modi ai disegni di lui ad escludere, cioè, a poco a poco, Iddio dalla terra, perchè il Maligno solo e incontrastato imperi.
L'uomo, ribellandosi a Dio, crede acquistar libertà, e diventa invece 1'abbietto schiavo di Satana; spera di esser felice, e va incontro ad ogni delitto e ad ogni sventura.
E' scritto nel libro santo: « Et habebant regem angelum abyssi, cui nomen hebraice Abaddon, graece Apollyon, latine habens nomen Exterminans » (Apoc. 9-11). Il quale signoreggia il mondo suscitando i vizi e gli errori, perchè ognun d'essi, a suo modo, lo serva; anzi l'anarchia e il dubbio intellettuale e morale, è la prima condizione perchè si dilati il suo regno; ed è eziandio i1 maggiore pericolo contemporaneo; più grave del disagio economico, più delle discordie civili e internazionali; più della instabilità dei governi; e più della stupida ed ignara apatia o della orgogliosa tracotanza dei popoli. Questa è la piaga, la cancrena che si dilata, e corrode sino alle intime fibre le nazioni; è la gran maledizione, che sovr'esse grava.
Ora chi resisterà a sì gran tempesta di errori? Chi non sarà travolto da sì gran vortice d'empietà? Solo colui che si terrà fortemente stretto alla Croce di Cristo, che la Chiesa ha saldamente piantata sull'orbe e difende. Solo colui che ascolterà la Chiesa, la quale riconduce gli erranti a Dio, e mantiene i suoi fedeli nella
pace, colui che ascolterà il Papa, il quale è il supremo condottiero degli eserciti che combattono le battaglie del Signore. Dal Papa dipendono le sorti del genere umano; e dalla sua mano dev'essere indicata la via che le nazioni debbono tenere per non inabissarsi, ma essere salve.
E come non c'è verità che non venga da Dio e non conduca a lui, così non c'è verità che non sia cristiana. Ed ormai solo il Papa può salvare la verità sulla terra; e quella che insegna la fede, e quella che dimostra la ragione. Egli deve salvare dall'universale naufragio ogni verità religiosa e morale, e l'ordine naturale ed il
sovranaturale.
Ogni cosa quaggiù invecchia e muore; cadono i troni, s'infrangono le corone, muoiono le dinastie; e gli uomini e le generazioni passano: il Papa invece supera le catastrofi e le calamità dei secoli; e come fortissimo pilota, che sfida ogni tempesta, dirige con mano sicura la nave insommergibile della Chiesa nel mare tempestoso della storia, e avanza verso l'eternità, mentre ogni cosa intorno a lui s'inabissa e scompare.