lunedì 16 febbraio 2015

Scartabellando un vecchio libro sulla Grande Guerra...


Scartabellare un vecchio libro, può a volte essere utile. A pag. 422 si legge:
"All'inizio del conflitto, la 28. Divisione assieme alla 6. e 22. Schützen era inclusa nel III Corpo, il celebre "Eisenkorp" che reclutava in Stiria, Carniola ed Istria.
All'epoca, l'unità comprendeva i reggimenti 27, 47, 87 e 97. "carniolo-giuliano" (su mare porca NdR *) di Trieste, ovvero il fior fiore del nazionalismo sloveno e dell'austriacantesimo (su mare porca NdR **) anti italiano."
Come fonte, cita gli archivi italiani (USSME serie F3 busta 205 ed altri documenti) e Shaumann Schubert.
E' molto interessante che Sema lavorò solo sugli archivi italiani e sui loro rapporti di intelligence, le citazioni da storici stranieri ci lasciano qualche dubbio, non sappiamo nemmeno se conosceva il tedesco.
A pagina 109 scriveva che nella seconda battaglia, c'era il 97. Reggimento triestino. Come fonte cita esclusivamente gli archivi italiani (USSME "l'esercito italiano volume 2 bis, pagine 250-260).
Continua e conclude il capitolo sulla seconda battaglia nel seguente modo:
"Gli strateghi austriaci sapevano quali forze avevano scuscitato (dire che gli italiani erano traditori e che volevano conquistare le case degli abitanti del Litorale NdR) da impiegare su quel fronte cruciale, unità dei due soli reggimenti di linea dell'esercito comune in cui ci fosse una forte presenza di soldati che usavano la lingua italiana e cioè il 22. Reggimento di Zara ed il 97. Reggimento di Trieste (sbagliato, c'erano anche il 47. che reclutava in Carso ed a Triete, c'erano i Kaiserjäger, molti abitanti dei Grado e della Contea erano nel 27. di Lubialna, ma solo i Kaiserjäger ed il 97 avevano l'uso ufficiale dell'italiano perchè gli "italofoni" erano superiori dal 20% NdR.)
In altre pagine cita ancora il decimo battaglione di marcia del 97. che combattè la seconda battaglia ma stranamente non scende in particolari quando narra lo scontro della Brigata Brescia attorno al 20-24 luglio contro Bosco Cappuccio, difeso dai nostri.
Sema era nato a Pirano, era comunista e correva l'anno 1995; non si può pretendere. Ma una cosa è certa: gli italiani hanno sempre saputo dei combattimenti del 97 sul San Michele, sapevano del X/97 e forse anche del secondo battaglione citato una sola volta dal rapporto Radeglia.
Eppure, la versione storica di Stato, è che il 97 avrebbe combattuto solo in Galizia, in quanto inaffidabile. A nulla serve il cippo che ricorda i nostri sul San Michele, a nulla valgono le liste e le straordinarie perdite del X/97, che furono di oltre mille uomini.
Sema conosceva il lavoro di Lois Radeglia, perchè cita gli atti della sua "conferenza" in un'altra pagina del libro che non abbiamo ora voglia di cercare ma che ricordiamo perfettamente... sono quasi 700 pagine.
Quindi, il grande storico piranese comunista, non ritenne opportuno informare i triestini e gli istriani, di tutte le pagine di eroismo e di fatti concreti, come le motivazioni della concessione di alcune medaglie d'oro.
Accennò solo vagamente alla loro presenza sul San Michele ma non scese in particolari.
la stessa cosa ha fatto un altro piranese comunista, un tale Mario Bonifacio che scriveva:
"Il 97. Reggimento non vienne mai impiegato sul fronte italiano... veniva chiamato "Demoghela" per la sua abitudine a scappare, io ho conosciuto centinaia di reduci che si vantavano di non aver mai ammazzato un nemico, cosa ci si poteva aspettare da gente mandata a combattere in paesi lontanissimi per una causa che non sentiva..." ecc. ecc.
A proposito del memoriale Brosch, scriveva:
"Bisogna dare credito a quanto da sempre si sapeva o affidarsi alla descrizione di stampo militarita del Memoriale Brosch?"
Signor Bonifacio, le bugie e le Sue diffamazioni da bar sport senza uno straccio di prova, hanno le gambe corte.
Viva l'Austria, unica Patria che ci ha fatto del bene.
(*) non accettiamo da uno storico di sinistra, che sorvoli tanto tranquillamente l'etnocidio delle nostre genti, usando l'aggettivo "giuliani", che ci fu affibbiato solo nel 1918 contro la nostra volontà.
(**) "austriacante" era un termine denigratorio affibbiato ai nostri nonni da quei cancheri di aggressori e venduti irredentisti. I nostri nonni erano "austriaci", non "austriacanti". E se vuole intendere che erano fedeli all'Austria ed all'Imperatore come ovvio e come accadeva al 99,3% di loro, esiste il termine "lealisti". Non ci facciamo denigrare ed insultare i nonni, nemmeno dopo 100 anni da nessun italiano, che siano di destra o di sinistra.

Fonte:  -La Prima Guerra Mondiale-