mercoledì 30 dicembre 2015

Star Wars? Dalla parte dell'Impero!

Fonte: Cuib d' Avanguardia - Università Cattolica 


Per una volta vorremmo adattare il nostro linguaggio e la nostra veduta del mondo, la nostra weltanschauung a una questione di ordine più basso rispetto alle tematiche in genere da noi trattate: la nota e spettacolare saga di Guerre Stellari in questi giorni tornata sulla ribalta col suo settimo episodio.
Tra il serio e il faceto diremo brevemente perché il Cuib è schierato ancora una volta coi cattivi.
Per farlo non si potrà prescindere dalla considerazione ben nota che i cineasti di Hollywood traggano ben poco dal caso, o dalla mera fantasia, nella produzione di queste grandi opere, attingendo invece copiosamente dal mondo dei miti e delle letterature esoteriche, in Matrix ad esempio la distinzione tra un mondo virtuale e uno reale è ben nota e di origine gnostica ritrovabile in Basilide e in altri autori dei primi secoli della cristianità.
Lucas, il produttore di Guerre Stellari, non ha d’atro canto mai smentito di aver caricato la sua saga di contenuti morali e simbolici né ha mai smentito la sua affiliazione alla massoneria (fatto che negli USA come noto è di gran lunga socialmente più accettabile di quanto non accada qui, dove i “fratelli” hanno ancora qualche pudore a rivelarsi come tali).
Non potendo fare qui una disanima completa delle etimologie dei nomi dei personaggi o degli altri simboli presenti nella saga ci possiamo limitare a metterne in luce alcuni fatti salienti.
Innanzitutto qual è il nemico dell’Impero ? Cos’è che il Cancelliere Palpatine (e si noti che il nome Palpatine deriva dal nome del colle Palatino, il colle di Romolo e di Augusto fondatori della grandezza romana) distrugge nel terzo episodio della saga ?
Il loro nemico non è nient’altro che la Repubblica una iperdemocrazia parlamentarista di livello galattico.
Già tale Repubblica ha caratteri poco lusinghieri ai nostri occhi essendo chiaramente votata ad una sorta di irenismo-pacifismo costitutivo (si vedano le resistenze che si affrontano per dotarla di un esercito, fatto comunque condannato dalla morale della favola in quanto funzionale ai disegni del Cancelliere-Imperatore), antimilitarismo e antimarzialismo dunque seguiti a ruota da uno smisurato egualitarismo con annesso internazionalismo e intermondialismo come si vede bene nel suo sistema senatoriale volto a rappresentare senza distinzione o discriminazione alcuna, tutti alla stessa maniera, i più disparati popoli della galassia.
Da notarsi però come tale sistema, pur democratico, non veda mai i popoli intervenire sulla scena politica, essa è tessuta sempre da personaggi più altolocati in particolare dall’ordine-casta dei Cavalieri Jedi, tutori e protettori della Repubblica che si radunano, guarda caso, nel “Tempio”, o anche loggia se si volesse tradurre il linguaggio massonico.
Il tratto massonico dei Jedi è confermato poi da tutti le loro caratteristiche, l’essere un ordine chiuso, scandito per gradi, strettamente iniziatico, capace di interagire, in maniera quasi magica, con la “Forza” sorta di principio vitale ilemorfico o divino innervante tutto l’universo, raggiungibile tramite appunto l’ascesi, non una ricerca esteriore quanto una meditazione, un raccoglimento, una meditazione interiore, appunto seguendo la via esoterica dell’iniziato.
Il credo dei Jedi e la rilevanza di questo concetto di “Forza”, di chiara matrice pagano-panteistica escludendo infatti che essa sussista come essenza divina personale e trascendente, ossia teisticamente concepita, sembra quindi confermare l’infettazione massonica di tale Repubblica demo-plutocratica.
Ancora: a favore della massonicità, e perciò in definitiva della anticristianità, del credo dei Jedi rimane anche il loro atteggiamento nei confronti della morte più volte ribadito nei confronti dell’irruento Anakin Skywalker, la morte, gli ribadiscono, è un fatto naturale e ineluttabile, la vera saggezza è accettarla e lasciare che lo spirito dei morti rientri in comunione con l’universo della Forza in maniera naturale, escludendo invece la promessa di resurrezione e di sopravvivenza sovrannaturale rispetto di essa.
Chi invece promette ad Anakin, il giovane nato e caricato di profezie da un parto verginale, tale resurrezione se non il Cancelliere Palpatine ?
E chi vi ricordano questi caratteri: profezie di salvezza, nascita da una vergine, promessa di resurrezione ?
Si intravede qui il concetto massonico che vorrebbe riconoscere a Nostro Signore una sua grandezza umana, di sommo profeta e grandissimo sapente forse, grandezza però tradita dalla sua inclinazione teistica e infine, insanamente, secondo la distorta ottica massonica, resurrezionistica che, volendo rompere i legami della Natura, rompe i legami della ragione in uno slancio fideistico che arriva, conducendo ad un delirio di onnipotenza, all’abbraccio della tentazione romana (ricordarsi Palpatine=Palatino) di dominio terreno (vedasi qui la critica moderna al concetto di “Chiesa Costantiniana” in opposizione presunta con la “Chiesa delle origini”).
Con queste riflessioni è allora facile capire perché si debba stare con l’Impero e coi suoi degni epigoni del Primo Ordine dell’episodio sette.
L’Impero è l’ordine contro il caos, è un potere anagogico, capace di condurre le diverse moltitudini della galassia non perché ricevente dal basso la propria autorità ma perché invece fa rivivere un principio alto, assoluto capace di trascendere gli interessi particolari mettendo allo stesso tempo alla porta la via esoterica dell’iniziazione rivelandosi invece come sincera ed esplicita essoteria
E’ imperium sine fine come fu l’impero romano, avendo ricevuto tale carattere direttamente da Giove, garante dell’aeternitas romana, della sua illimitatezza spaziale e temporale, illimitatezza del potere, dell’autorità, del prestigio, garantita dalla trascendenza della sua origine e dei suoi fini, non certo dall’opinione dei popoli assoggettati ad esso.
Impero di fede, se è vero infatti che questo Impero non abbisogna più dell’ipocrita reggenza dei Jedi, che dal segreto del loro Tempio amministrarono la Repubblica “democratica”, dove eppure i popoli scettrati non sono che comparse e marionette, di fede poiché fondato sull’atto di fede di Anakin, quella fede che per il miscredente di loggia porta al sonno della ragione e a generare mostri, autoritarismo e volontà di vita e di potenza in questo caso, fede che invece porta per noi ad un sogno reale e divino.
La supremazia imperiale si manifesta poi innegabilmente nel suo trionfo estetico, manifestazione ultima, conforme ai principi classici del kalos kai agathos, della corrispondenza dell’ordine esterno con l’ordine interno. l’Impero è infatti ordine, serena conformità alla giusta disciplina, musicalità dalla tonalità trionfale, uniformità al carattere di milizia votata alla lotta, recupero del carattere anagogico e sacrale del potere, messa al bando dell’orizzontalismo relativista e livellatore della Repubblica, compattezza legionaria, ristabilimento della signoria del mondo del dovere su quello del diritto.
La fine della Repubblica, delle sue corruttele come delle sue ipocrisie, del suo molle e ondivago credo, non ci vedrà certo luttuosi.
Noi del Cuib, prospettando una società più salda e più sicura, secondo le parole del Cancelliere, applaudiamo consapevolmente all’edificazione dell’Impero.
Noi del Cuib stiamo ancora una volta, e come sempre, dalla parte dei cattivi.