mercoledì 6 maggio 2015

LA QUESTIONE DI FRANCIA E LA DIREZIONE DELLA CASA DI BORBONE

Nota: Quanto segue è una analisi approfondita di una questione già parzialmente trattata in questa sede. Tale analisi è essenziale per comprendere definitivamente la situazione dinastica attuale per ciò che riguarda la Francia e la Casa di Borbone (dal 1883 ad oggi).


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Giovanni III, Carlo VII e Giacomo III di Spagna rivendicarono sempre l'eredità di Enrico V di Francia contro le pretese degli Orleans , che reclamavano contro ogni legittimità la direzione della Casa di Francia allegandola al loro diritto al Trono di questo paese.
Gli ormai divenuti primogeniti della Casa di Borbone (dal 1883) non aspirarono mai al Trono di Francia ne si riferirono ad esso in tal guisa; essi si limitarono alla pretesa e all'esercizio del loro legittimo diritto sulla direzione della Casa e degli Ordini Reali. Gli Orleans non distinsero il titolo di Capo della Real Casa di Francia dal loro diritto al Trono, e a sostegno di ciò citavano (e citano) la rinuncia di Filippo V di Spagna contenuta nel Trattato di Utrecht; i legittimisti francesi che difendevano la Causa dei discendenti più prossimi di Luigi XIV, eccedendo i loro desideri considerandoli come Re di Francia, contestavano dichiarando la nullità di quella rinuncia ponendo come esempio l'invalidità di quella di Maria Teresa d'Austria, figlia di Filippo IV e moglie di Luigi XIV , invalidità riconosciuta da Carlo II e dal Papa. Nella maniera di trattare la questione ambo le parti caddero in errore , sia i legittimisti così detti “Bianchi di Spagna” che i legittimisti “unionisti” o “orleanisti” ( camelots du roi li chiamavano i loro avversari liberali):

1°) E' un errore considerare come un unica cosa il Trono di Francia e la direzione della Casa di Francia.

2°) E' un errore basare la discussione sul Trattato di Utrecht , le cui condizioni, naturalmente, non rappresentano un obbligo per nessuno da tempo; dallo stesso XVIII secolo.



La prima edizione del Trattato di Utrecht, 1713, stampato in spagnolo, latino e inglese




Proseguiamo chiarendo questi punti:

Un Principe che rinuncia – per atto spontaneo o obbligato- a dei diritti, in realtà può adempiere alla rinuncia solo per se , e non per i suoi discendenti; ed è comunque discutibile , se può rinunciare per se , quando la rinuncia potrebbe significare un danno per il paese interessato. L'opinione di molti contrasta questa visione applicata al  problema che qui viene trattato. Però è giusto dire che, pur ammettendo la rinuncia personale di un Principe , i discendenti di questi potranno sempre reclamare i loro diritti. Si può rinunciare ai diritti personali ; a quelli sovra-personali no.
Secondo una teoria, elaborata principalmente da giureconsulti francesi, i quali seguirono e ammirarono tutti i principi borbonici spagnoli fino al 1833 e successivamente tutti i Principi legittimi , in special modo Carlo V che, quando Infante , negò la firma di rinuncia al Trono postagli dal Bonaparte , e successivamente il suo nobile atteggiamento di fronte alle pretese di suo fratello , che gli chiese il riconoscimento di Isabella come erede, e Carlo VII nel suo fermo e rispettoso atteggiamento di fronte ai capricci del padre , si cercò di dimostrare che, al pari delle rinunce di Anna d'Austria e di Maria Teresa d'Austria , rispettivamente sorella e figlia di Filippo IV di Spagna, anche la rinuncia di Filippo V è da considerarsi invalida.
Però, in assenso alla validità delle rinunce di Anna d'Austria e di Maria Teresa d'Austria, non vi fu solo il parere dei francesi , ma anche quello del Consiglio di Stato , consultato da Carlo II di Spagna. Di conseguenza ,  non  si possano applicare questi due casi alla rinuncia di Filippo V per se ed i suoi discendenti al Trono di Francia, e di Luigi XIV e degli Orleans per essi ed i loro discendenti a quello spagnolo , perché il caso è distinto da quello della rinuncia dell'Infanta Maria Teresa , e della Regina consorte di Francia Anna d'Austria.


Discendenza genealogica da Filippo III di Spagna a Maria Teresa d'Austria. 



Filippo V di Spagna davanti alla Corte di Castiglia 
In effetti , in Spagna le rinunce di Filippo V furono fatte Leggi Fondamentali del Regno dallo stesso sovrano il quale convocò appositamente per questo le Cortes nel marzo 1713. Ciò significa che , secondo i principi di legittimità spagnoli , nessun membro della discendenza di Filippo V ha diritto al Trono di Francia. Se la rinuncia non fosse stata dichiarata Legge Fondamentale , sarebbe potuta essere considerata nulla ; ma una Legge Fondamentale può essere abrogata solo dal Re e dalle Cortes.
In cambio , in Francia la rinuncia non è Legge Fondamentale, in quanto si evitò di riunire gli Stati Generali affinché la ratificassero , e il Parlamento inglese diede per buona la sanzione del Parlamento di Parigi che, come sappiamo, era una corporazione giuridica , non una assemblea del Regno.
Probabilmente, la similitudine dei nomi impedì una visione chiara agli inglesi che furono solennemente ingannati , e che, d'altra parte, sempre ebbero una concezione molto originale delle istituzioni politiche e della geografia extra-inglese (parlo dei deputati , non dei marinai) alla quale la Francia deve la conservazione dei suoi cinque presidi in India , che gli Inglesi credevano situati in America alla firma della pace del 1763.




Parlamento di Parigi (1723). 
Ciò che è certo e concreto è che gli Stati Generali di Francia non si riunirono dal 1614 al 1789, e che la sanzione del Parlamento di Parigi non possiede altro che un mero valore testamentario o notarile.
Ciò significa che nel diritto francese la rinuncia degli Orleans al Trono di Spagna e della discendenza di Filippo V a quello di Francia si possono considerare come invalidi; però in Spagna solamente il Re e le Cortes possono annullare la rinuncia permettendo ad un discendente di Filippo V di rivendicare il Trono di Francia, o estintasi tutta la linea maschile di quest'ultimo, abilitare per la successione spagnola il ramo degli Orleans. Anche questo produrrà una giusta rivendicazione da parte dei Principi con diritto acquisito,  dei rami femminili discendenti da Filippo V , e dei Principi di Casa Savoia; viceversa , gli Orleans potranno giustamente protestare impugnando la rinuncia accordata dal Re e dalle Cortes se un Principe spagnolo rivendicasse diritti al Trono di Francia: dovendo in entrambi i casi preferire i Principi con diritto acquisito.

Da sinistra: Il Principe delle Asturie Giacomo
(futuro Giacomo III di Spagna) e 
S.M.C. Carlo VII di Spagna. 
Questa è l'interpretazione che Carlo VII e Giacomo III diedero alle comuni rinunce; non reclamarono il Trono di Francia e dichiararono che il primogenito corrispondeva al Trono di Spagna (nel testamento politico di Carlo VII “nostro primogenito” deve intendersi il primogenito della Real Casa di Borbone) , riservando i diritti della loro famiglia.
In breve:  non può essere abilitato un Principe spagnolo per la pretesa al Trono di Francia per i motivi prima citati; moralmente , dato i termini delle espressioni che Filippo V usò per la sua rinuncia, nemmeno; e giuridicamente neanche , fintanto che tale rinuncia o proibizione rimane Legge Fondamentale spagnola – non essendo stata abrogata dal Re e dalle Cortes - .
Il Trono di Francia, quindi, corrisponde indiscutibilmente agli Orleans , bene inteso che essi non possono chiamarsi Capi della Casa di Francia , fintanto che persistono le linee discendenti da Filippo V. Le rinunce non impediscono , quindi, a un Principe spagnolo di esercitare la Reggenza di Francia (lo stesso Filippo V cercò di esercitarla scontrandosi con il Duca d'Orleans) , o viceversa.
Per questo motivo, potrà essere conveniente che alcuni Principi spagnoli, debitamente autorizzati dal Capo della Real Casa di Francia, si titolassero Reggenti di questo paese con l'obbiettivo di riunire dal lato degli Orleans tutti i legittimisti e dare alla successione di questi Principi francesi un legame più omogeneo con l'eredità di Enrico V .Si ricordi che gli Orleans riconobbero Enrico V tredici anni prima della sua morte, e l'importanza di questo Principe in Francia è identica a quella dei Principi carlisti in Spagna.

Charles Maurras 
Il mondo intero conosce la vigorosa personalità di Charles Maurras , difensore portentoso della Monarchia in Francia , che ha saputo riunire attorno all'idea monarchica la più accurata selezione intellettuale del paese. Gli orleanisti liberali, scomparsi più di un secolo fa, e gli Orleans , in piena legittimità di esercizio , dovettero abbandonare il nefasto retaggio del loro passato politico, i primi per coerenza intellettuale e politica, i secondi per recuperare la legittimità di origine eliminando le cause di esclusione con il riconoscimento costante e solenne della legittimità. Purtroppo, la direzione presa dai Principi francesi negli ultimi centotrentadue anni , non è sempre stata delle migliori o delle più “legittime”.
E' di interesse sottolineare la divisione dei legittimisti francesi, provocata in parte dall'eccessivo zelo dei “Bianchi di Spagna” , gruppo dove l'altruismo e l'idealismo hanno raggiunto estremi sovrumani, che li rende degni della simpatia di tutti gli uomini d'onore, anche senza condividere le loro conclusioni; eccessivo zelo portato dal loro fervente entusiasmo per i Principi incontaminati, che sempre furono legittimi , e che non annoverano discendenza alcuna con nessun Philippe Égalité : i Re carlisti , prima, e , dopo, gli Infanti del ramo di Parma il cui valore morale, intellettuale e ideologico hanno saputo apprezzare. E' corretto sottolineare che gli stessi “Bianchi di Spagna” subirono una scissione interna la quale deriva da un errore considerevole nel modo di vedere la questione di una parte dei monarchici francesi: essi arrivarono testardamente a riconoscere come legittimi pretendenti del Trono di Francia, alla morte di Alfonso Carlo, una branca morganatica discendente dalla stirpe degli “anti-re” isabellini , esclusi da qualsivoglia legittimità , che essa riguardi la Spagna o la Francia, che parte con il secondogenito del liberale Alfonso León Fernando (detto Alfonso “XIII”), Giacomo Enrico, per arrivare ad oggi al borghese Luigi Alfonso (detto Luigi “XX”). E' quindi essenziale, tanto per la legittimità spagnola come per quella francese , che sia ben distinto il Re di ognuno di questi paesi , senza lasciare dubbio alcuno. A ciascuno il suo.
Nelle dichiarazioni fatte dai Re di Spagna , riguardanti la Francia , del 14 dicembre 1887 e del 25 maggio 1892 (Carlo VII) , e quella del 15 agosto 1909 , del 1911 e del 2 settembre 1928 (Giacomo III) , il cui nebuloso stile tanto contrasta con la vibrante rotondità del suo manifesto riguardante la Spagna, si parla soltanto in modo concreto della direzione della Casa di Francia e della maestranza degli Ordini di San Luigi, di San Michele e dello Spirito Santo.
La stessa libera permanenza in Francia di Giacomo III e di Alfonso Carlo , nonché degli Infanti parmensi , era ed è sufficiente per impedire qualunque pretesa alla direzione della Casa di Francia e alla maestranza degli Ordini di San Luigi, di San Michele e dello Spirito Santo da parte degli Orleans. Gli Orleans non poterono ne possono ambire legittimamente a tali cariche se non furtivamente e con gravi rischi, simili a quelli nei quali incapperebbe un Principe spagnolo nel suo paese se avanzasse pretese al Trono di Francia.
Gli Orleans, legittimi Re di Francia, non possono , quindi, chiamarsi Capi della Casa di Francia o di Borbone , perché Capo della Casa Reale può essere solo un Re, di Spagna o di Francia, in base alla discendenza genealogicamente più prossima all'ultimo Capo della Casa: questi furono (dal 1883) Giovanni III, Carlo VII, Giacomo III , Alfonso XII , Saverio I e , attualmente, S.A.R. Sisto Enrico di Borbone (sono esclusi , ovviamente, i principi illegittimi). Questo ufficio, non ha niente a che vedere con l'aver diritto al Trono di Francia.



Capi della Real Casa di Francia o di Borbone dal 1883 ad oggi. 



Re di Francia dal 1883 ad oggi.




Per esempio, Capi della Casa d'Austria o d'Asburgo , anche senza regnare in Austria ne disputando tale mansione con chi vi regnava, furono i Re di Spagna da Carlo I a Carlo II. Ora , i diritti al Trono di Spagna che passarono da Alfonso XII a Saverio I e alla sua legittima discendenza , corrispondono anche a quelli di Capo della Casa di Francia o di Borbone.
Per quanto riguarda gli Ordini Reali, la questione è simile a quella dei Borbone di Spagna con il Toson d'Oro , ordine vincolato al Re di Spagna, ma procedente dinasticamente dalla Casa di Borgogna, che si fuse con quella d'Austria con il matrimonio di Maria, figlia di Carlo il Temerario:

Gli Ordini Reali francesi sono quindi divisi in due sezioni: una , spagnola, per il Re di Spagna che ha il diritto al magistero degli Ordini di San Luigi , di San Michele e dello Spirito Santo come primogenito rispetto agli Orleans ; l'altra , francese, come inerente al Trono di Francia.

Allo stesso modo il Toson d'Oro è diviso nella sezione spagnola, collegata alla Corona, e in quella austriaca , ereditaria e dinastica.


Capi della Casa d'Austria o d'Asburgo, da Carlo I a Carlo II di Spagna. 
Ordini Reali della Casa Reale di Francia o di Borbone.




Detto ciò, non vi sarebbero obiezioni nemmeno nel caso in cui un Re legittimo di Spagna inserisse tra i suoi titoli quello di “Re di Francia” , con valore nominale e senza pretesa alcuna al Trono , similmente ai Re d'Inghilterra che inserirono questo titolo unito all'espressione della loro sovranità dalla Guerra dei Cento Anni; tale titolo nominale non subì protesta alcuna, per esempio, da parte di Luigi XIV , che diede asilo al detronizzato Giacomo II d'Inghilterra , appoggiandolo nel suo intento di Restaurazione. 

L'uso del titolo di “Re di Francia” da parte dei Re cattolici , è atto legittimo fin tanto che non sfoci in maniera alcuna nella pretesa al Trono di Francia , con rispetto dei Re francesi e della legittimità spagnola. 
E' indubbio, secondo il parere di molti, che, se il Re e le Cortes dispensassero dalla rinuncia un Infante discendente di Filippo V affinché possa pretendere il Trono di Francia  , gli Orleans acquisirebbero diritto durante l'inabilitazione per legge spagnola di tutti i discendenti di Filippo V. Per cui, per estinzione del ramo maggiore francese, questi potranno acquisire diritto, tanto essi come gli Orleans , e con maggior diritto di questi, se bene con l'impossibilità dovuta all'impedimento posto dalla legge spagnola. 
Ritratto equestre di S.M. Cristianissima
Enrico V Re di Francia e Navarra

Molti dicono che la riserva dei diritti in Francia , proclamata da Carlo VII e Giacomo III , impedì l'acquisizione del diritto da parte degli Orleans. E' evidente che se Carlo VII e Giacomo III si limitarono a perorare il legittimo diritto al Trono di Spagna , l'impedimento non sussiste. 
Confrontando i problemi dinastici in Spagna e in Francia dal 1887, non potranno non essere presi in considerazione gli atteggiamenti inflessibili e decisi nel primo caso, e responsabili e moderati nel secondo, che osservarono i Capi della Real Casa di Borbone ; atteggiamento seguito dall'attuale Capo della Real Casa S.A.R. Sisto Enrico di Borbone.  Alcuni credono causa di illegittimità degli Orleans il loro tacito e costante riconoscimento del ramo liberale spagnolo. A proposito di questo, non può essere considerato l'atteggiamento di Luigi Filippo , usurpatore e escluso, ma quello dei suoi discendenti a partire dalle disposizioni fatte da  Enrico V di Francia.  E' da ritenersi che non v'è alcuna causa di illegittimità per questo , come non ci fu per Filippo IV quando divenne il primo sovrano d'Europa ad aver riconosciuto gli assassini di Carlo I d'Inghilterra come autorità legittime. Carlo IV di Spagna non smise di essere legittimo per aver riconosciuto la Rivoluzione Francese ; però Ferdinando IV di Napoli si ritrovò sul punto di essere illegittimo per aver fatto l'esatto contrario. 


Ovviamente, nel caso degli Orleans si possono vedere alcune circostanze aggravanti: il loro atteggiamento contrario alla fratellanza monarchica che dovrebbe esistere , e il loro persistere nel chiamarsi Capi della Casa di Francia (e questo è il peggiore, anche se non avessero riconosciuto espressamente il ramo liberale spagnolo). Si ricordi , tra le altre cose, che l'uso indebito da parte degli Orleans dei tre gigli nelle loro armi personali , senza etichetta argentata , essendo un privilegio che spetta solo al Capo della Casa di Borbone,  è un'altra contravvenzione che questi Principi francesi stanno portando avanti (come l'uso del titolo di Duca d'Anjou).   



Da sinistra: Stemma con Armi del Capo della Casa Reale di Francia o di Borbone; Stemma con Armi dei Principi d'Orleans  



Tuttavia, un accordo con questi Principi che riservi al Re Cattolico il suo irrinunciabile diritto alla direzione della Casa di Francia e alla Maestranza degli Ordini Reali francesi, nella forma precedentemente esposta, in cambio di un reciproco e solenne riconoscimento del diritto al Trono di Spagna e di Francia, mantenendo l'esclusione della discendenza di Filippo V  al Trono francese, come legge fondamentale spagnola, e realizzando in Francia , alla prima occasione possibile, una legge fondamentale equivalente, rimediando all'omissione intenzionata di Luigi XIV , non è solo possibile, ma è auspicabile.

Relazioni amichevoli tra i Re di Spagna e di Francia sarebbero molto benefiche per ambe due le Monarchie, e soprattutto per quella francese. Il dovere di ogni monarchico spagnolo (legittimista) , come di ogni legittimista francese, dovrebbe essere quello di adoperarsi nei limiti delle sue possibilità a porre fine a questa divisione ancora oggi persistente, nel rispetto della Spagna e della Francia. 
Tuttavia, se la maggiore autorità morale del mondo con il pretesto della Monarchia e Legittimità, il Re di Spagna, credesse insufficiente questa considerazione e che la legittimità francese potrà solo essere rappresentata degnamente da un discendente di Filippo V , potrà, come Re , alla prima occasione abilitarlo , con le Cortes ,  in quanto si tratta di una legge fondamentale, e non potrà essere agli stesso abilitato, perché le Corone di Spagna e Francia devono restare separate, e in nessun modo potrà il Re cattolico rinunciare al Trono di Spagna per quello di Francia. Poiché Dio ha disposto che i Borbone primogeniti siano quelli spagnoli , non è legittimo sovvertire questa eccellenza e preferenza per la Spagna. 
Ma soprattutto, a questo riguardo, vi sono le parole di Carlo VII , Capo di tutti i Borbone, nel suo Testamento politico: «Ricordi, comunque, colui che mi succede, che il nostro primogenito corrisponde alla Spagna , la quale, per meritarselo, ha elargito fiumi di sangue e tesori d'amore.»
In conclusione, da ciò che è stato fino ad ora esposto , il legittimo Re di Francia è Enrico VII , Conte di Parigi e Duca d'Orleans ; mentre il Capo della Real Casa di Francia o di Borbone, e possessore della Maestranza degli Ordini Reali di San Luigi , di San Michele e dello Spirito Santo , è S.A.R. Sisto Enrico di Borbone, Duca di Aranjuez. 




Il legittimo Re di Francia (a sinistra) e il legittimo Capo della Casa Reale di Francia o di Borbone (a destra).






Fonti:

¿QUIÉN ES EL REY? - La actual sucesión dinástica en la Monarquía española
di  FERNANDO POLO, Capitolo XIV. 




Scritto dal Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi