venerdì 8 maggio 2015

ACCADEVA NELLA MILANO "ITALIANA": 1898 LA RIVOLTA DEL PANE - meglio nota come la repressione di Bava Beccaris.

Milano, maggio 1898. Barricate verso via Volta e porta Garibaldi.



Dedicato a quegli sprovveduti milanesi o lombardo-veneti, convinti che i loro avi si sarebbero “liberati dagli austriaci”. Appena deposte le armi della Terza Guerra di Espansionismo Sabaudo (detta Terza Guerra di Indipendenza) iniziava il periodo della tassa sul macinato, che mobilitò oltre mezzo milione di soldati per sedare le rivolte che scoppiavano in ogni parte del nuovo Stato. 16 anni di miseria, rivolte ed emigrazione; centinaia di vittime, migliaia di feriti ed invalidi, tutte le galere ed i campi di concentramento, strapieni. Dopo 4 anni si era al punto di prima: il prezzo del pane va alle stelle. Gli "italiani" dicevano che era colpa della guerra ispano-americana, ma in Austria il prezzo del pane non lievitò e non ci furono rivolte. Era solo colpa del fisco.

Anche questa volta le rivolte scoppiarono ovunque e non come vi raccontano loro, solamente a Milano.

Correva l'anno 1898, il 37° dell'Era unitaria. 37 anni di fame, miseria, sfruttamento e violenza. In quel breve periodo, il nuovo Stato aveva già perso la sua prima guerra coloniale, fatto emigrare milioni di disgraziati che aveva messo sul lastrico, fatto patti con la mafia che , insieme ai massoni, era in Parlamento, avuto il suo primo grande scandalo massonico, come quello della  “Banca Romana” e coperto le massime sfere (presidente del consiglio ed il re) che erano coinvolti.
 Dicono che uno dei motivi per l'Unificazione della penisola era l'abolizione dei dazi, ma nell'anno del Signore 1898, risultano centinaia di barriere doganali comunali che imponevano i dazi agricoli, cioè sulla farina. Essi sostituivano i “contatori” dei mulini della tassa sul macinato, l'equivalente dei “registratori di cassa”.


Signore e Signori: non è cambiato nulla!








Fonte: Vota Franz Josef 

Di Redazione A.L.T.A