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«Ma ai Casaleggio non importa; piuttosto, essi devono legittimare scientificamente la loro teoria, arrivando a impugnare le teorie dell’antropologo Dunbar sulla peer pressure (“pressione del gruppo di pari”), ossia l’influenza del gruppo dei conoscenti sulle nostre scelte. Dunbar studiò i primati e se ne venne fuori con un’equazione per cui le dimensioni della corteccia cerebrale predeterminano il numero massimo d’individui che una creatura può computare come gruppo di pari: la conclusione è che: "l’uomo può relazionarsi in un gruppo con al massimo 147,8 persone (circa 150). (...) Superato questo limite si possono avere altre relazioni ma, con la crescita del gruppo, il tempo e la capacità cognitiva dedicati alle singole relazioni diminuiranno. (...) I militari sanno che il numero di uomini coinvolti in una operazione congiunta deve essere inferiore a 200. (...) Questo vale per la setta religiosa degli Hutterite. (...) Se il numero è superato le persone diventano estranee fra loro. (...) Nel campo aziendale, la Gore Associates, la società che ha fra i propri prodotti il materiale Gore-Tex, adotta la regola del 150. (...) Se una fabbrica supera il numero di 150 persone, va scissa in due. (...) Il fondatore dichiarò: 'Scoprivamo continuamente che le cose si complicavano appena si arrivava a 150' " (Davide Casaleggio, "Tu sei rete", Casaleggio&Associati, Milano 2008,pp. 9-10.). Essendo che tra Camera e Senato il M5S aveva, prima dei vari addii di dissidenti, 156 parlamentari – quindi sei più del numero magico, capiamo da dove siano derivati i loro problemi».
Da: "Incubo a 5 stelle", Roberto dal Bosco, Fede&Cultura, Verona 2014; p.65-66

Curiosa "coincidenza" segnalata da Carlo Di Pietro (http://radiospada.org/).