domenica 11 marzo 2012

NICOLA I° DI RUSSIA: UN GRANDE LEGITTIMISTA

Nicola I Romanov (in russo: Николай I Павлович[?], Nikolaj I Pavlovic; Carskoe Selo, 6 luglio 1796Pietroburgo, 2 marzo 1855) fu imperatore di Russia dal 1825 alla morte.

I genitori di Nicola I°,  Paolo I°Sofia Dorotea di Württemberg

Figlio di Paolo I e di Sofia Dorotea di Württemberg, fratello minore di Alessandro I, sposò Carlotta di Prussia (che cambiò il suo nome in Aleksandra Fëdorovna). Vale la pena in questa sede ricordare anche se brevemente l’immensa figura di Sovrano di Alessandro I di Russia: egli infatti non fu solo colui che guidò la Russia e l’Europa alla vittoria finale su Napoleone (che senza di lui non sarebbe mai stata possibile), ma fu anche il principale protagonista del Congresso di Vienna insieme a Metternich e Talleyrand. Fu l’ideatore della Santa Alleanza, che non fu una sorta di superpolizia europea, come la stantìa vulgata liberale ancora ci propina, o per lo meno non solo, ma fu il primo e purtroppo unico tentativo di unire i popoli dell’Europa cristiana, senza distinzione di confessione (il vero ecumenismo) ma legati dalla comune volontà di difendere la propria cultura dall’aggressione delle sette sovversive. Un grande europeo e un grande cristiano, profondamente consapevole della propria missione, consapevolezza che gli derivava innanzitutto dalla sua fede, intrisa di misticismo come essenzialmente mistico è il cristianesimo ortodosso.

Alessandro I di Russia
Il fratello e predecessore di Nicola I°, Alessandro I°

Nel dicembre 1825, al momento della sua ascesa al trono Nicola si trovò così a dover raccogliere un’eredità molto pesante in seguito alla scomparsa di Alessandro (morto senza lasciare figli) ed alla rinuncia alla corona da parte del fratello Costantino. Dovette affrontare da subito il tentativo di colpo di stato militare dei Decabristi, principalmente ufficiali corrotti e infedeli della guardia imperiale che non intendevano riconoscere il nuovo zar e chiedevano una svolta in senso liberale. Per loro sfortuna e per fortuna della Russia gli andò male, perché il golpe venne sedato (dato che non trovò nessun appoggio nella popolazione, segno della lealtà del popolo russo verso il suo legittimo sovrano) e i responsabili giustamente processati e condannati.

Nicola I di Russia
Nicola I° Romanov


Konstantin Pavlovič Romanov(Granduca Costantino Pavlovič Romanov), conosciuto
principalmente per la sua abdicazione al trono nel 1825 che portò all'ascesa del fratello Nicola I°.

File:Kolman decembrists.jpg
I decabristi riuniti in piazza del Senato a San Pietroburgo, nel 1825. Quadro di Karl Kolman.


Questa esperienza rafforzò ancora di più in Nicola una profonda avversione per tutto ciò che era costituzionale e liberale, dato che aveva capito con che razza di gente aveva a che fare; da quel momento decise che mai avrebbe permesso che la setta provocasse ulteriori disastri in Europa e che l’avrebbe combattuta con ogni mezzo, all’interno e all’estero: fu così che Nicola I di Russia divenne il più grande legittimista del suo tempo, e forse uno dei più grandi della storia. Personalmente era un uomo di rigida e coerente moralità, era stato educato in ambienti militari e aveva ricevuto poca preparazione alla vita politica ed ai problemi connessi con la gestione dello Stato; ciononstante si dimostrò, come abbiamo detto, un vero grande sovrano. In politica interna perseguì un giusto rafforzamento del suo potere personale, dato che per combattere gli intrighi della setta, che si annidavano ovunque, non c’era altra soluzione possibile.  Per questo la propaganda liberaleggiante de salotti buoni della borghesia europea lo definì (ovviamente in tono spregiativo) "il gendarme d'Europa". Nella realtà ciò significava solo che era un accanito nemico della setta e perciò questa cercò di screditarne la memoria e l’immagine in ogni modo, come ha sempre fatto e ancora fa con tutti i suoi nemici.
Nicola I°

Fondò quindi la Terza Sezione, che aveva il compito di controllare la vita e l'operato dei sudditi, quasi tutti però delle classi elevate, dove più erano diffuse le infiltrazioni della setta, e anche questo dovrebbe far riflettere: essa interveniva sulle manifestazioni di pensiero, soprattutto di tendenza liberaleggiante, com’era ovvio che fosse dato che erano sempre fonte di disordine e destabilizzazione dello Stato. E in ogni caso questo non fu affatto un ostacolo alla vivacità culturale della Russia del tempo: basta pensare a nomi come Dostoevskij, Gogol', Puškin e Turgenev. In una Russia che versava, all'epoca, in condizioni sostanzialmente buone, questo stato di cose produsse un fortissimo disagio, soprattutto presso le classi più elevate, che erano come abbiamo detto le più controllate. Erano infatti i ricchi borghesi o certi aristocratici infatuati del liberalismo i più infedeli: questo perché per il popolo vero lo Zar era il padre e protettore, l’unico che garantisse un sistema che in fondo tutelava i ceti inferiori, mentre i ricchi borghesi e nobili erano famelici di potere per natura, e l’autorità dello Zar poneva un freno alla loro rapacità; e lo stesso valeva per ogni altro Paese europeo del tempo.

Detronizazione di Nicola I° in Polonia

In politica estera scelse di erigersi a paladino dell'ordine e del legittimismo, appoggiando incondizionatamente ogni legittimo governo e sovrano, e in ciò risiede la sua grandezza. Intervenne più volte in Europa, nell'ambito della Santa Alleanza, fondata dall’Augusto fratello, e dei successivi accordi di Troppau, per reprimere moti settari come nel 18301831 in Polonia o nel 18481849 in Ungheria, quando inviò 200000 soldati contro la repubblica ungherese del settario Lajos Kossuth, mantenendo una fedele amicizia con il suo vicino più importante, l’Impero asburgico.

Il settario Lajos Kossuth ritratto da August Prinzhofer

Appoggiò invece le giuste rivendicazioni  slave di libertà nei Balcani, in quanto giustificate dalla politica russa di opposizione all'Impero Ottomano, secolare nemico dell’Impero e dell’Europa, come nel 18281829 quando aiutò la Grecia nella sua lotta per l’indipendenza, seppur tiepidamente, dato che sapeva bene che l’ispirazione della rivolta, pur legittima in linea di principio, era comunque ispirata per buona parte dalle logge massoniche europee e infatti vi parteciparono massoni notori come lord Byron o Santorre di Santarosa.
Tutti gli interventi russi nella regione ebbero sempre come obiettivo finale il controllo degli
Stretti ed il conseguente accesso russo al Mar Mediterraneo, vitale per un miglioramento dell’economia del Paese (che lo Zar non voleva certo mantenere nell’arretratezza o nella miseria come la propaganda settaria ha voluto far credere).


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Germanos, metropolita di Patrasso, benedice gli insorti greci

Proprio perseguendo questo obiettivo Nicola I giunse a scontrarsi contro gli interessi particolaristici anglo-francesi di mantenimento dello "status quo" nei confronti dell'Impero Ottomano, scontro che sarebbe sfociato nell’infausta guerra di Crimea, conclusasi in modo purtroppo negativo per la Russia pochi mesi dopo la morte dello zar. La Guerra di Crimea, operazione massonica internazionale volta a potenziare gli Stati preda del settarismo, ovvero Gran Bretagna, Francia e Piemonte, contro l’ultimo baluardo del legittimismo, la Russia di Nicola I, ormai troppo scomoda per i piani della setta, ebbe un ulteriore effetto deleterio: quello di dividere le due maggiori potenze legittimiste, Russia e Austria. Infatti il pur giustificatissimo rifiuto di Francesco Giuseppe di partecipare alla guerra venne visto come un tradimento da Nicola I, dopo che questi aveva fedelmente sostenuto l’alleato austriaco nel reprimere la rivolta settaria ungherese; la divisione fra queste due grandi potenze, funzionale al piano settario e da esso consapevolmente ricercata, sarà uno dei motivi principali dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e del conseguente crollo dei due ultimi Imperi. A voi le conclusioni.


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La flotta russa distrugge quella ottomana nella battaglia navale di Sinope(Guerra di Crimea 1853-1856) . Dipinto di Ivan Konstantinovič Ajvazovskij

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La tomba dove riposa Nicola I°


Scritto da:

Il Giacobita