lunedì 6 giugno 2016

I "cordoni sanitari" italiani dopo la Grande Guerra

Fonte: Vota Franz Josef

Tutti i nostri nonni furono internati, non solo i tirolesi. Schützen, altri volontari come quelli del See Baon Triest ed eroi di guerra pluridecorati, prima di tutti. Dove gli italiani si piazzarono per tempo come i dintorni di Trieste, fecero un cordone sanitario con dei campi di concentramento dove mettevano tutti i reduci che tornavavano a casa, nel frattempo che i carbinieri facevano indagini sul loro "patriottismo". La notizia si diffuse lungo le ferrovie dell'ex Impero e molti dei nostri nonni non ebbero rogne perchè scesero a piedi ed attraversarono il "cordone sanitario" di nascosto.
Dove arrivarono in ritardo come nelle valli alpine, fecero delle vere e proprie retate di reduci nelle case e nei locali pubblici. In alcuni casi li ammazzarono direttamente, vedi il caso di alcuni finanzieri in una valle del Tirolo. Inoltre, ascoltavano le segnalazioni dei "comitati di epurazione", costituiti in Tirolo da quegli schifosi della "legione trentina" e nel Litorale dai pochi "volontari giuliani" sopravissuti ed altri irredentisti. Internarono anche sacerdoti, intellettuali sloveni, presunti agitatori politici eccetera.
Un'altra fonte di internati erano quegli schifosi dell'ITO, il servizio segreto militare. Lo stesso che incarcerò De Banfield e che uccise alcuni dei reduci del servizio segreto della Marina KuK ad Innsbruk.
I nostri nonni che venivano fermati per strada dai carabinieri, venivano portati nelle loro prime caserme, come ad esempio quella di via Udine a Trieste. Lì venivano sbeffeggiati, ci hanno raccontato che gli toglievano le fibbie con l'aquila a due teste ed anche i bottoni delle monture. Alcuni furono picchiati. Una parte andava nelle carceri locali come il castello di San Giusto, dove furono mandati molti ragazzi del See Battalion Triest. Altri venivano mandati nelle fortezze militari e nei campi di concentramento come quello di Isernia e vari altri.
In quei luoghi ne restarono molti fino alla fine del 1920 quando fu applicato il trattato di pace. La loro detenzione era comunque abusiva e contraria alle convenzioni dell'Aja. Insieme a loro arrestati fino ai primi mesi del 1919, c'erano quelli arrestati prima e durante l'armistizio, come ad esempio le migliaia di "cecoslovacchi" che non avevano voluto arruolarsi nella legione cecoslovacca; essi erano quasi tutti nei campi di concentramento di Busto Arsizio, dove furono registrati decessi fino a dicembre del 1920 e dove tra il '18 ed il '19 ci furono ecatombi causate dalla spagnola ma anche dal tifo ed altre epidemie.
Tra il '18 ed il '19, alcune prigioni registrarono l'80% di mortalità, come fu il caso della "fortezza" di Verona, la stessa che avrebbe visto incarcerati il genero di Mussolini e gli altri cospiratori del fascismo.
Morirono parecchi dei nostri nonni arrestati dopo l'armistizio ed i loro decessi furono tenuti più segreti possibile, vedi il caso di Obiz che abbiamo pubblicato due giorni fa.
I militari italiani facevano quello che volevano, avevano autorità assoluta nelle nostre terre che erano zone di occupazione militare. Che fossimo diventati "Italia" nel 1918 con il loro arrivo, è solo una delle più grandi balle che quegli infami hanno raccontato. Nel Litorale non ci furono elezioni fino alla primavera del 1921, proprio perchè non eravamo "Italia" ed era impossibile che ci fossero.
Fino alla marcia su Roma non c'era alcun "fascismo", era solo Italia con 5 governi "democratici" e 7 presidenti del consiglio di vari partiti democratici. Dopo la marcia su Roma, ci fuorno altri due anni di governi di coalizione, compresi i liberali come Giolitti.
Ed oggi quegli schifosi, pretenderebbero che ci sentissimo italiani.