mercoledì 25 marzo 2015

Radio Spada risponde a Forza Nuova sulle polemiche per il libro relativo a Pio XI

Riportiamo dal sito di Radio Spada questa interessante ed esaustiva risposta agli "irriducibili del ventennio". (Redazione A.L.T.A.) 



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Qui il link alla lettera inviataci dal dirigente di Forza NuovaDi seguito la RISPOSTA di A. Giacobazzi, collaboratore di RS e curatore del volume in questione (cliccare qui per vederne la recensione apparsa su ‘Il Giornale’).

Cronache dal I secolo (dell’Era Fascista)

di ANDREA Giacobazzi

Excusatio non petita, accusatio manifesta verrebbe da dire a chi per contestare un post pubblicitario del nostro volume () e per sottolineare l’opera politica cattolica in CAMPO antagonista ammette candidamente che quello della destra radicale è un ambiente “dove per decenni ha imperversato il cosiddetto neo-paganesimo (il quale è TUTTO ed il contrario di tutto, in sostanza è relativismo)“. Ma se a pochi anni dalla fine del fascismo questo ambiente era così infettato dal peggior relativismo, NON sorge QUALCHE dubbio sull’eziologia? “Dai frutti li riconoscerete” si diceva in Terra Santa un paio di millenni a. M. (avanti Mussolini).
Ora, senza permettermi di negare i meriti cattolici descritti nelle prime righe della nota a noi giunta, cerco di dare qualche risposta agli interrogativi POSTI.
Chiede “Marcus”:
La Chiesa individua nella massoneria un nemico pericolosissimo, la stessa cosa l’ha fatta il fascismo mettendola fuori-legge nel 1925. Che senso ha dileggiare i fascisti che ieri hanno ricordato la fondazione dei Fasci di combattimento, sottolineando che nel 1919 in p.zza San Sepolcro a Milano c’era anche qualcosa di massonico?
Vorrei rispondere, ma non posso. Quando qualcuno che porta gloriosamente la Tiara in testa ha già risposto e lo ha fatto da un’Enciclica (non come privato), credo che dovrò lasciargli la PAROLA. Anno 1931, dice Pio XI:
Non possiamo invece Noi, Chiesa, Religione, fedeli cattolici (e non soltanto noi) essere grati a chi dopo aver messo fuori socialismo e massoneria, nemici nostri (e non nostri soltanto) dichiarati, li ha così largamente riammessi, come tutti vedono e deplorano, e fatti tanto più forti e pericolosi e nocivi quanto più dissimulati e insieme FAVORITI dalla nuova divisa”.
Non SOLO. Nella stessa Enciclica (Non abbiamo bisogno) Pio XI rincara la dose, arrivando a parlare apertamente di anticlericalismo:
L’anticlericalismo ha avuto in Italia l’importanza e la forza che gli conferirono la massoneria e il liberalismo che lo generavano. Ai nostri giorni poi il concorde entusiasmo che unì e trasportò come non mai tutto il Paese ai giorni delle Convenzioni Laterane non gli avrebbe lasciato MODO di riaffermarsi, se non lo si fosse evocato ed incoraggiato all’indomani delle Convenzioni stesse. Negli ultimi avvenimenti, poi, disposizioni ed ordini lo hanno fatto entrare in azione e lo hanno fatto cessare, come tutti hanno potuto vedere e constatare”.
QUESTI passaggi nel volume curato da Pietro Ferrari e dal sottoscritto sono riportati due volte ciascuno. Difficile non leggerli anche per chi ha l’abitudine di saltare le pagine.
Le righe appena trascritte rispondono ampiamente e millimetricamente al nostro “Marcus” anche sul tema del “capolavoro di Concordato Stato-Chiesa”. Concordato su cui a pagina 12 del nostro libro si può LEGGERE “i meriti di Mussolini in RELAZIONE ai Patti Lateranensi sono noti (e coraggiosamente ricordati nell’Enciclopedia Cattolica a guerra finita)“. Ma andiamo avanti: 
Prendiamo un altro esempio, i Patti Lateranensi. Di fronte ad un tale capolavoro di concordato Stato-Chiesa – che andava a sanare una ferita profondissima – che senso ha CONTINUARE a menarla con la diatriba sorta sulle giuste rivendicazioni espresse da Pio XI nella Non abbiamo bisogno? A me non risulta che la Chiesa abbia formulato una condanna esplicita del fascismo, mentre si sa che ne ha condannato la possibile deriva statolatrica. E quando ci troviamo di fronte alle leggi sociali messe in atto dal Regime, cosa vogliamo dire: che erano contrarie alla dottrina sociale della Chiesa?
Qui mi sorge un dubbio. Dove nel volume si parla di “condanna esplicita del fascismo”? Si indichi la pagina PERCHÉ il reperimento è difficoltoso. Abbiamo parlato – anche nel titolo – di “opposizione magisteriale”. Opposizione fu. E forte. Magisteriale certamente, trattandosi di una Enciclica. Non “la meniamo” con le diatribe: “la citiamo” nella speranza che qualcuno la legga. Speranza forse vana.
Quanto alla “POSSIBILE deriva statolatrica”, Pio XI è molto MENOpossibilista del nostro “Marcus”. Ecco l’Enciclica:
Or eccoci in presenza di tutto un insieme di autentiche affermazioni e di fatti non meno autentici, che mettono fuori di ogni dubbio il proposito — già in tanta parte eseguito — di monopolizzare interamente la gioventù, dalla primissima fanciullezza fino all’età adulta, a tutto ed esclusivo vantaggio di un partito, di un regime, sulla base di una ideologia che dichiaratamente si risolve in una vera e propria statolatria pagana non meno in pieno contrasto coi diritti naturali della famiglia che coi diritti soprannaturali della Chiesa. 
La frase è di una chiarezza cristallina, anche questa citata quasi integralmente per due volte.
Arrivano poi le immancabili “LEGGI sociali”. Chi si fosse preso la briga di non fermarsi al post pubblicitario e di leggere prima di criticare avrebbe scoperto con meraviglia che a pagina 6  – introducendo la Non abbiamo bisogno – il sottoscritto parla de “il fascismo i cui meriti e le cui realizzazioni sono da difendere con coraggio”.
CONTINUA “Marcus”:
E dalla lotta aperta a liberalismo e social-comunismo – con la condanna esplicita dei miti della Rivoluzione Francese – cosa vogliamo dire: che non erano perfettamente in linea con il magistero ecclesiastico?
Alla Quadragesimo Anno, al tema “sociale” e a quello delle corporazioni è dedicato circa un quarto del totale delle PAGINE. Alla condanna del comunismo un altro quarto. Metà del volume è su questi temi. Anche qui, basterebbe non fermarsi al post e assumersi la fatica di sfogliare – almeno di sfogliare – il libro.
Prosegue il nostro “Marcus”:
Quando si afferma che la Chiesa ha condannato il fascismo – cosa non vera – si vanifica tutto il lavoro che nell’ambiente si è fatto e si fa per affermare il cattolicesimo. Ma ci rendiamo CONTOdelle grandissime difficoltà che si incontrano nel proporre il cristianesimo ad un ambiente che vede lo spettacolo offerto – soprattutto sul piano mediatico (e questo è un aspetto oggi importantissimo) – dalla attuale gerarchia cattolica?
FN è un movimento politico pieno di limiti, ma di una cosa occorre dargli atto: è riuscito a fare del cattolicesimo, il punto di RIFERIMENTO imprescindibile della sua visione e della sua AZIONE politica.
Anche qui abbiamo serie difficoltà a rinvenire nel libro o nel post della pagina un (anche indiretto) riferimento a qualsiasi movimento politico contemporaneo. Resto in attesa di numero di pagina o dello screen shot.
Sul tema GENERALE si potrebbe aggiungere molto: dall’uso forte della parola “persecuzione” che Pio XI fece nella sua Enciclica fino – per cambiare ambito – al peso del gentilismo nel fascismo, con tutto ciò che questo implica. Ci fermiamo qui, non vorremmo mai che QUALCHE Papa (anche Pio XII parlò molto chiaramente su questa materia) passasse per “partigiano”.