giovedì 18 febbraio 2016

Tra carbone e Grande Guerra


S.M.S. Babenberg. - Mannschaft beim Kohlen bunkern

Fonte: Vota Franz Josef
 
Osservate la forma dei pezzi di carbone (immagine qui sopra), il migliore era quello inglese e veniva fornito in "mattonelle", che poi si frantumavano in parte durante i trasporti. Fu in questo modo che fu possibile per i nostri, sistemare delle bombe dentro i pezzi di carbone che rifornivano le corazzate italiane affondate nei loro stessi porti, perchè tali pezzi erano molto grandi.
Il miglior carbone era quello inglese, quello canadese era equivalente, costava di meno ma faceva molto fumo. Il carbone americano era poco indicato, il carbone di scarsa qualità come quello dell'Arsa in Istria, non aveva utilizzi navali e nemmeno industriali, era poco più della carbonella vegetale. Eppure Mussolini volle farne un villaggio propagandistico, l'Italia ci rimise un mucchio di quattrini ed alla fine iniziò a diminuire le estrazioni.
Nemmeno il carbone tedesco era all'altezza di quello britannico ma entrambe le nostre marine imperiali andarono avanti per tutta la guerra con le abbondanti scorte pre belliche.
Gli italiani invece non ne avevano e quando l'attività dei sommergibili tedeschi si concentrò sulle loro carboniere che giungevano da Gibilterra, dovettero razionare il carbone, fermare alcune industrie, i treni secondari ed iniziare ad usare le riserve della regia marina. L'inflazione galoppò perchè contemporaneamente i loro debiti con gli alleati andavano alle stelle per le ingenti spese militari.
Le spedizioni di carne dall'Argentina erano ferme sempre per la guerra sottomarina, furono silurate molte navi che portavano grano ed altri rifornimenti in Italia mentre tutto il traffico del Mediterraneo era fortemente diminuito. Tentarono qualche espediente deviando la navigazione delle caroboniere in acque spagnole neutrali e navigando rasente la costa azzurra per giungere nel golfo di Genova, ma non riuscivano a presidiarlo in chiave antisom ed i sommergibili tedeschi erano capaci di fare la posta anche in quelle acque.
Il 1917 fu durissimo per gli italiani, se il ritmo degli affondamenti fosse continuato, prevedevano in estate, di esaurire tutto il carbone entro il gennaio del 1918. Il cibo fu razionato sia per i civili che per i militari, che si incazzarono moltissimo anche perchè erano i meno pagati del mondo, non potevano mantenere le famiglie che morivano di fame e diverse mogli si diedero ai furti insieme ai figli ed al turpe mestiere.
Questo accadeva nella primavera-estate, nello stesso momento che la crisi dei rifornimenti stava per mettere in ginocchio la GB. In estate fecero l'enorme sforzo della decima ed undicesima battaglia dell'Isonzo e ne risultarono tutti stremati ed esausti. Le rivolte operaie erano ubique, la più sanguinosa fu quella di Torino. I soldati erano stanchi, affamati e non avavano più intenzione di farsi massacrare sul filo spinato.
Molti di essi testimoniarono riguardo la "rotta di Caporetto" che se fossero rimasti a combattere sarebbero morti certamente e che la probabilità di essere fucilati per diserzione era molto inferiore. Pertanto, tanti si consegnarono gridanto viva la Germania e viva l'Austria. Almeno salvarono la pelle per il momento ma ci pensarono i loro compatrioti a farne morire quasi la metà in prigionia, non inviando loro i pacchi alimentari tramite la Croce Rossa.
Altri centomila prigionieri morirono per causa italiana ed andrebbero sommati alla cifra dei 680 mila morti fin qui conteggiata. E tutto per cosa? Finirono di pagare i debiti della prima guerra mondiale nel 1988, detengono il Tirolo dove la gente gli dice Los von Rom ed il Litorale dove la gente gli dice Maledeta Barca che ve ga portà.