giovedì 9 febbraio 2017

L'Impero d'Austria e Aqvileia

Fonte: Vota Franz Josef



Questa pubblicità dei primi del novecento (vedi immagine),da l'idea della grande considerazione,e dei notevoli investimenti,dell'imp.d'Austria per Aquileia...e anche di quanto devono essere grati i friulani e i turisti per le bellezze storiche che ora possono ammirare...pensate che quello che pubblico a seguire,è solo un riassunto dell'attività della Zentralkommission,con i costi sostenuti dall'impero d'Austria per Aquileia..."Per il restauro degli affreschi nella cripta furono necessarie sotto forma di sovvenzioni statali dal 1907 al 1909 3.800 corone (18.468 euro).Nell’anno 1910 raggiunsero in totale 15.000 corone(70.050 euro) nella basilica,comprese quelle per la ricerca archeologica e il sollevamento dei mosaici nella navata settentrionale.
Per il programma di lavoro 1911-1913/14 fu messo a disposizione l’importo di 15.500 corone(euro 69.750) da parte del Ministero delle Finanze che contemporaneamente era responsabile anche degli importi per il grande programma di restauri a Spalato/Split.I costi per i lavori all’interno della basilica e il restauro dei mosaici ammontarono infine alla enorme somma per l'epoca,di 25.662 corone (euro 113.000), per cui rimasero al di sotto del preventivo iniziale di 34.660"
Quando all’inizio del XIX secolo si sviluppò la ricerca archeologica il Münz – und Antiken-Cabinett di Vienna,fondato nel 1798,era l’unica istituzione che conduceva scavi archeologici in Aquileia,nel 1873,essa mutò il nome,divenendo Zentralkommission.L’attività della Zentralkommission ebbe inizio con il suo primo presidente, Karl Czoernig von Czernhausen (1804-1889) ”
Divenuto capo dell’”autorità centrale fiscale” di Trieste,si occupò intensamente del Friuli e della sua storia.Dal 1868 la Zentralkommission mise a disposizione per gli scavi diretti da Karl Baubela fin dal 1871 ogni anno 500 Gulden (flicken ovvero circa 5.000 euro).
Fino alla fine del primo periodo di indagine, nell’anno 1877, furono spesi in tutto 5.130 Fl. (51.300 euro)mentre per i danni all'agricoltura dovuti agli scavi la Zentralkommission stimava una dotazione annua di 2.000 fl. (20.000 euro).
Nel 1873 fu possibile la creazione un museo comunale,tramite donazioni, per cui fu a disposizione anche una somma del ministero dell’istruzione,così che con risoluzione imperiale del 28 giugno 1880 fu concessa la crezione di un museo statale per i rinvenimenti archeologici di Aquileia,Il nuovo museo, in cui trovarono accoglienza anche la Raccolta comunale e numerose collezioni private,fu infine aperto il 1 agosto 1882 e godette immediatamente di grande affluenza.
Il nocciolo era formato dalla collezione di sculture e di iscrizioni acquistata dallo stato per 4.500 fl. (45.000 euro) nel 1879 da Francesco Leopoldo Cassis (1792-1866),e grazie a una donazione imperiale fu possibile l’acquisto della collezione Monari,di cui Heinrich Maionica,aveva predisposto un inventario.Heinrich Maionica (1853-1916) Triestino di nascita,assunse la direzione del museo,in quanto nominato conservatore della prima sezione,egli fu legato ad Aquileia e al suo museo fino al suo collocamento a riposo per ragioni di salute nel 1915.
Dopo l’allestimento del museo nel 1880 erano a disposizione per acquisti e per scavi ogni anno circa 2.300 fl. (23.000 euro)Uno dei più rilevanti monumenti del Friuli è la basilica paleocristiana di Aquileia con il suo mosaico, nel 1893 per la prima volta oggetto di sistematiche indagini storico-architettoniche e archeologiche.La preistoria di queste ricerche può essere ricostruita sulla base di lettere del poliedrico architetto Georg Niemann al mecenate del progetto,il conte Karl Lanckoroński-Brzezie(1848-1933)che era una delle personalità più brillanti nel mondo culturale di quell’epoca,abilitato in storia dell’arte e mecenate delle arti fu anche membro del senato.
Le lettere di Niemann indirizzate a Lanckoroński menzionano la decisione nell'agosto 1893 di effettuare un’indagine archeologica nell’atrio.Essa naturalmente si svolse in collaborazione con Enrico Maionica, che mise disposizione 200 fl. (2.000 euro) delle 400 fl. (4.000 euro) del costo dello scavo,nel corso degli scavi emerse a un metro di profondità il primo pavimento musivo.Il 1 settembre egli lasciò Aquileia,dove l'assistente Anton Gasparin doveva concludere i lavori.Una lettera di Niemann del 22 aprile 1895 indica che gli scavi erano proseguiti,e propose già il 17 maggio 1895 un preventivo di 3.285 fl. (32.850 euro) per la stampa a colori dei mosaici e degli affreschi nella cripta.Ancora nell’anno della loro comparsa (1909) si intraprese il restauro dei mosaici della basilica.
Medesima cura valse, oltre che per il campanile che minacciava di crollare anche per gli affreschi della cripta e per il tetto, ma soprattutto per l’interno della basilica, dove un’ampia parte fino ad allora sconosciuta del precedente edificio paleocristiano era stata riportata alla luce e infine conservata.La priorità sarebbe divenuta ora il mantenimento del nucleo originario non restaurato, inalterato, con-servato al massimo grado rispetto alla ricostruzione tanto apprezzata in precedenza dal romanticismo.Queste nuove tendenze nella tutela dei monumenti si possono indicare in maniera esemplare relativamente al restauro della basilica di Aquileia. I lavori ebbero luogo per stati di avanzamento tra 1909 e 1915.
Tra 1909 e 1911 essi furono diretti dall’ingegnere capo Rudolf Machnitsch,che fu promosso nel 1912 a capo del settore edilizio della Luogotenenza di Trieste.Le prime indagini archeologiche ebbero luogo nel 1909 nella navata destra e sinistra e anche in una parte della navata centrale, dove accanto al mosaico di Giona fu riportata alla luce pure l’iscrizione dedicatoria al vescovo Teodoro, fatto che fu subito riferito dal prelato Karl Drexler alla Zentralkommission,perciò vi fu ora a disposizione una sovvenzione statale di 1.000 corone (5.000 euro).La nuova sistemazione dei mosaici,fu effettuata dal pittore accademico Viktor Förster di Praga.Egli calcolò per il sollevamento, la realizzazione di un piano di cemento,la nuova sistemazione e il restauro dei mosaici 6.980 corone (euro 32.429).Il successore al trono nella sua visita del 12 aprile 1910 si espresse risolutamente disapprovando la nuova sistemazione.Egli espresse inoltre il desiderio che i mosaici dovessero essere lasciati “perché non perdessero il loro splendore e valore storico”La luogotenenza di Trieste dispose il fermo dei lavori.In un documento del 30 luglio 1910 predisposto da Franz Ferdinand si sottolinea che “non si sarebbe dovuto effettuare lo strappo dei mosaici dal loro naturale contesto, sollevarli e utilizzarli come ornamento della chiesa.I costi furono stimati in circa 24.000 corone (111.600 euro).
Nel 1914/15 il restauro fu concluso,l’interno sottoposto a drenaggi e abbassata l’acqua di falda nella parte occidentale della navata settentrionale,così che anche i mosaici dell’area B furono rimessi in luce.Tra l’anno 1914 e la primavera 1915 i pavimenti musivi erano a tal punto consolidati che si poté camminarvi sopra.A causa della mobilitazione,generale il complesso dei lavori si fermò il 5 agosto 1914.Per impedire eventuali danni di guerra – il 23 maggio 1915 l’Italia aveva dichiarato guerra all’Austria-Ungheria – i mosaici furono ricoperti con uno strato di terra.I lavori continuati nel 1917 dalla amministrazione per i monumenti italiana,furono alla fine finanziati e conclusi ancora una volta dall’Austria;e l’opera di protezione del campanile,l’ultima della monarchia asburgica,fu resa accessibile tramite una scala.
L’indagine archeologica a est del campanile, invece,valutata del costo di 2.500 corone (975 euro)non si riusci a realizzare.Indipendentemente dall’origine e dalla loro formazione culturale nella loro attività, sia sotto l’aspetto prevalentemente teorico,come Friedrich von Kenner e il conte Lackoroński mecenate degli scavi,pratico,come Heinrich Maionica,Rudolf Machnitsch e Georg Niemann,e in embrambi i campi come Anton Gnirs, tutti ebbero a cuore la ricerca e la tutela dei monumenti di Aquileja.
La Zentralkommission,ben provvista finanziariamente,e grazie al coinvolgimeto dei suoi protettori e scienziati,diede vita ad un'Aquileia,come è ancor oggi,cioè con il museo,la basilica,gli scavi,e con i suoi tesori d’arte.Nello stesso tempo i progetti archeologici e di tutela monumentale della tarda monarchia asburgica significarono anche un aiuto economico per il Friuli,e si pongono all’inizio del turismo culturale dell’attuale ambito adriatico.Un mio lungo lavoro di riassunto,dell'imponente e amorevole opera della nostra cara Austria per Aquileja...dedicato come sempre,alla mia gente mitteleuropea.