lunedì 15 agosto 2016

Breve e incompleta lista di mistificazioni darwiniste (ammesse pubblicamente da darwinisti)

Una celeberrima copertina del "New Scientisit".
Una celeberrima copertina del “New Scientisit”.
 
Chiudiamo il nostro ciclo estivo di articoli e filmati sullo scientismo evoluzionista con questa breve e non esaustiva carrellata di frodi, errori e imprecisioni gravi, ammesse pubblicamente dagli stessi sostenitori della teoria. Ovviamente sono solo una parte del totale [RS]
 
Embrioni. Ernst Heinrich Haeckel è stato un biologo, zoologo, filosofo, nonché artista tedesco. Sostenne che, date le superficiali sogmiglianze tra gli embrioni di specie diverse di dovesse suppore confermata la teoria darwinista. Le immagini dei primi stadi embrionali usate da Haeckel sono oggi considerati inesatte. Nel settembre 1997, sulla rivista scientifica Science, fu pubblicato un articolo contro i disegni degli embrioni di Haeckel, nel testo si supponeva fossero il prodotto di un inganno: “Haeckel’s Embryos: Fraud Rediscovered”. La cosa accese un furente scontro tra studiosi. (noto)
Celacanto. Pesce fossile definito come forma di transizione estinta tra pesci ed animali terrestri, progenitore fossilizzato degli anfibi. Viene ripescato nel 1938 vivo e vegeto, identico a 65 milioni di anni prima: è semplicemente un pesce. (noto)
Archaeopteryx. Spacciato per prova della teoria, che afferma che gli uccelli si sarebbero evoluti dai rettili. Sarebbe stato una forma di transizione: oggi è risaputo che l’Archaeopteryx era un uccello vero e proprio. Mai trovato alcun rettile suo antenato. (noto)
Ramapithecus. Una specie di scimmia fossile trovata nel Sud Est Asiatico, negli anni Sessanta e Settanta fu erroneamente ritenuto uno dei primi antenati dell’uomo, ma successivamente si è appurato che si trattava di uno stretto parente dell’orangutan. (si veda: Le Scienze,  17 febbraio 2011, Da riscrivere la storia antica della nostra specie?)
Oreopithecus bambolii. Proposto per antenato dell’uomo. Un fossile di scimmia trovato in Italia, per alcune caratteristiche dello scheletro si suppone che avesse già sviluppato un adattamento all’andatura bipede. Tuttavia si è saputo abbastanza della sua anatomia per mostrare come si trattasse di una scimmia fossile. (si veda: Le Scienze,  17 febbraio 2011, Da riscrivere la storia antica della nostra specie?)
Lucy. Imposta per anni come nuovo caso di “anello di congiunzione” e antenata dell’umanità. Celebre la copertina della rivista francese Science&Vie che col titolo “Adieu Lucy” manda in frantumi l’ennesimo sogno darwiniano. (noto)
Uomo di Orce. Antichissimo ominide datato dagli esperti spagnoli a circa un milione di anni fa, era in realtà un asino. La notizia, esplosa come un fulmine a ciel sereno negli ambienti internazionali della paleontologia, ha avuto un effetto immediato: un convegno di scienziati che si doveva tenere tra qualche giorno a Granata, in Andalusia, dedicato appunto a questo fossile personaggio, è stato annullato. La scoperta del cranio era avvenuta nel 1982, ed aveva suscitato sensazione nella comunità scientifica. Secondo i rivenditori, si trattava dei resti di un giovane di circa 17 anni, vissuto in Andalusia da novecentomila a un milione e mezzo di anni fa. Ma nei giorni scorsi un più accurato esame dei resti, compiuto in vista dell’imminente congresso, ha portato alla rettifica: il cranio apparteneva a un equide, probabilmente un primordiale asino andaluso. (Fonte: La Repubblica, 13 maggio 1984)
Nebraska Man. Celebrato scientificamente anche come Hesperopithecus haroldcookii (dal nome del suo scopritore Harold Cook). Doveva essere “l’anello di congiunzione”. Il reperto cui faceva riferimento era un singolo dente, che poi si scoprì essere stato perso da un suino. (persino Wikipedia gli dedica una scheda in inglese)
Uomo di Piltdown. Dogmatizzato come anello di congiunzione. All’ominide sconosciuto fu dato il nome scientifico di Eoanthropus dawsoni, dal nome dello scopritore Charles Dawson. Il ritrovamento della nuova specie fu oggetto di controversie che si risolsero solo nel 1953, quando il falso fu definitivamente smascherato e fu chiarito come, in realtà, i resti fossero il semplice frutto di una contraffazione, ottenuta combinando l’osso mandibolare di un orangutan con frammenti di cranio di un uomo moderno. La beffa dell’Uomo di Piltdown è conosciuta come la più grande truffa archeologica della storia. (Fonte: Wikipedia)
Ota Benga. Anno 1904. Veniva esposto in una gabbietta di uno zoo di New York e ridicolizzato come “l’anello di congiunzione” tra l’uomo e la scimmia, si chiamava Ota Benga. In realtà  – inutile dirlo – era un essere umano africano della tribù dei Pigmei, catturato da un mercante di schiavi. Dopo questa esibizione, arrivò al suicidio. (noto)
 
Ci fermiamo qui, ma la lista potrebbe continuare.