mercoledì 1 maggio 2013

Arvo Part

           
 
 
 
“La morte è il punto centrale della vita. Sia che viviamo sia che moriamo, noi apparteniamo al Signore”. Arvo Part
Nell’epoca della perdita del senso del mistero e del sacro, una delle evidenze più concrete di ciò è certamente la rottura del dialogo tra arte e chiesa, nello specifico la rottura tra liturgia e adeguata manifestazione percettiva del linguaggio musicale. E’ bene specificare che la musica non è semplicemente intrattenimento, svago o semplice intermezzo come viene intesa nella liturgia attuale, ma eterno linguaggio dialogico dell’uomo con dimensioni interiori e superiori. Quindi è chiaro come le “chitarrette in chiesa” siano segno di un inadeguato senso del sacro declinando il ruolo della musica ad una malintesa idea di comunicazione. Il tema quindi è la musica sacra oggi. Un ottimo esempio contemporaneo di musica che si possa definire sacra con coscienza non anacronistica è certamente rappresentata dal lavoro di Arvo Part. Il compositore Estone è nato a Paide nel 1935 . Nella sua storia di uomo di cultura cresciuto nell’area d’influenza Sovietica ha dovuto ovviamente affrontare la censura. Il lavoro di un musicista cristiano e la profonda sacralità delle sue composizioni non poteva che turbare la dittatura ateista . La sua Credo fu censurata nel 1968 dalla radio proprio per il forte richiamo evocativo mistico e certamente per il suo semplice ed esplicito testo “io credo in Gesù Cristo”. Censurato quindi e perseguitato (rimase senza lavoro per 5 anni), fu costretto ad emigrare nel 1980 per trovare possibilità di comporre e vivere. Dov’è situata l’importanza del lavoro di Arvo Part nel dialogo contemporaneo tra sacro e musica? “Volevo soltanto una linea musicale che fosse portatrice di un’anima come quella che esisteva nei canti di epoche lontane.”
Il percorso compositivo parte dalle avanguardie musicali del ‘900 come la dodecafonia e prosegue con lo studio del canto gregoriano portandosi poi definitivamente verso il minimalismo sacro. Il minimalismo quindi è la cifra stilistica della sua musica. Una progressiva eliminazione di peso alle strutture musicali in favore di una essenzialità del tutto spirituale e lontana da tentazioni , per cosi dire, easy listening. C’è una componente aggiuntiva e fondamentale a caratterizzare e a sacralizzare ulteriormente le opere di Arvo Part : Il silenzio. L’assenza di suono è molto più importante del suono stesso. La meditazione nella preghiera , come l’allontanamento dal caos e dal frastuono delle città per la riscoperta delle comunione intima dell’uomo con le sfere celesti, avviene proprio nel silenzio . E’ proprio questo racchiudersi nell’essenzialità e nell’ oblio come pedana fondamentale di preghiera a renderlo cosi autenticamente religioso seppur immerso nel mondo attuale. Una fuga nell’inestinguibile silenzio di una chiesa lasciandosi alle spalle il frastuono che ci tiene ancorati al mondo.
L’assenza di arditi ed esuberanti sperimentalismi si traduce nel necessario riverbero di una navata gotica interiore, solida e incrollabile . La graduale perdita di corpo a favore della riscoperta di uno spazio incorporeo e non intellegibile è rappresentazione matura di una riflessione sul mistero profondo della fede e della presenza della sostanza spirituale appena sotto la prigione fisica del corpo. La musica di Arvo Part è quindi rinuncia diretta al corpo. Rinuncia al mondo e allo spazio in favore della scoperta di un infinito collocato nella risonanza e nell’eco come anche nel silenzio. E’ la riscoperta dello spirito nell’immobilità della purezza. La ricerca di una estasi implosiva , senza corpo e senza spazio. Lo stile compositivo di Part è chiamato tintinnabulum , un semplice rapporto tra pochissime fondamentali note che vagano libere in volo attraverso una nota a fare da centro immobile, un po’ come nel canto gregoriano. In sostanza sono poche note, sequenze ipnotiche e sostanziali a creare un ambito struggente , misterioso e ieratico. Il testo ovviamente non può non avere importanza fondamentale . Soprattutto salmi e testi sacri. Le parole hanno il tempo di risuonare e terminare la loro corsa della completezze del loro significato affondando nel silenzio, proprio come nella preghiera. La presenza di Arvo Part nelle scene è ridotta all’osso ma è tutt’ora in attività. Una piccola scelta di opere (album) da ascoltare:
 
Credo
Fratres
Tabula rasa
Passio
Lamentate
In principio
Adam’s lament
Sanctuary
Berliner messe
 
A cura di Federico Franzin
 
 
 
Fonte: